In Malesia, la situazione è critica da alcun mesi. L’intera zona è ricoperta da uno strato di polvere color ruggine che percorre per chilometri mari, fiumi e coste. I danni ambientali però non sono i soli ad essere registrati. Malattie della pelle e aumento rischio di cancro sono una realtà quotidiana per i cittadini. Per far fronte a questo grave inquinamento, il Ministro dell’Ambiente ha annunciato la predisposizione di “sistema di drenaggio delle acque di scarico nel porto”. Inoltre ha bloccato l’estrazione del minerale per 3 mesi a iniziare dal 15 gennaio. Se la situazione non migliora però, la moratoria potrebbe estendersi anche a tempo indeterminato.
L’estrazione della bauxite in Malesia ha avuto un incremento negli ultimi anni. Nel 2015 sono stati esportati più di 20 milioni di tonnellate di bauxite, mentre nel 2013 ne furono esportate “appena” 162 mila tonnellate. Richieste in continuo aumento dunque, ma i controlli e le norme che regolano l’estrazione però non hanno subito lo stesso destino. Il risultato è un disastro ambientale devastante. All’inizio del mese, per esempio, le acque del lago di Kuantan sono diventate rosse a causa di una fuoriuscita del minerale. I cittadini sono preoccupati e insoddisfatti delle misure prese dal governo. I tre mesi annunciati per il blocco, affermano, sono troppo pochi per fare qualsiasi cosa. “Il problema dell’estrazione di bauxite non è qualcosa di nuovo – dichiara un cittadino, Jaspet Teoh – avrebbero dovuto rispettare le buone norme prima di cominciare”.