Le indagini sono iniziate già nel dicembre 2014 sotto il controllo del sostituto procuratore generale di Agrigento, Alessandro Macaluso. Il tutto è iniziato grazie a una segnalazione ai Carabinieri da parte di un’insegnate che aveva visto arrivare una ragazza ospite della struttura con dei lividi sospetti. Le indagini sono scattate immediatamente e hanno permesso di scoprire la terribile vicenda. Il capitano Currao ha parlato di “ripetute violenze fisiche e psichiche da parte di quella che avrebbe dovuto essere una comunità di accoglienza”.
Erano pane quotidiano le punizioni, le violenze e le privazioni cui erano sottoposti i minori disabili che frequentavano il centro. Gli ospiti erano privati di cibo o non potevano chiamare i familiari, venivano rinchiusi nelle loro stanze mentre uno di loro era legato al proprio letto con catene giorno e notte. Gli impiegati li costringevano anche a mangiare cibo scaduto o mal conservato e, secondo quando verificato dai Carabinieri, nella struttura si utilizzava acqua contaminata da batteri coliformi.