In rialzo anche il saldo tra assunzioni e cessazioni con un numero che arriva a 356 mila. Si evidenzia una crescita complessiva delle posizioni di lavoro dipendente di 300 mila unità su base annua. Si tratterebbe della conseguenza di una crescita significativa dei posti a tempo indeterminato e di una contrazione dei posti regolati da contratto a termine e apprendistato. Le tendenze attuali spiegano come sia cambiato il peso dei rapporti stabili sul numero di contratti attivati o variati, che è passato dal 31,9% dei primi undici mesi del 2014 al 38,6% considerando lo stesso arco di tempo nel 2015. Per la fascia fino ai 29 anni, l’incidenza dei posti a tempo indeterminato è aumentata dal 24,5% al 31,3%.
In merito alla composizione dei nuovi rapporti lavorativi in base alla paga mensile, per le assunzioni “stabili” si sottolinea un aumento delle retribuzioni intermedie, tra i 1.250 e i 2.250 euro, e una conseguente riduzioni dei salari inferiori e superiori. Anche per i contratti a tempo determinato si segnala un leggero movimento verso salari maggiori con una contrazione delle retribuzioni al di sotto dei 1.500 euro. Di fronte a questi dati, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha commentato su Twitter: “Oltre mezzo milione di posti di lavoro a tempo indeterminato in più nel 2015. Inps dimostra assurdità polemiche su Jobsact. #avantitutta”.