I messaggi cancellati pare fossero stati scritti da Ruotolo ed indirizzati alla sua fidanzata e presunta complice Rosaria Patrone, anch’essa indagata per il crimine di cui è accusato Ruotolo, ma con diversi capi d’accusa. La domanda che risolve il caso è: perché cancellare i messaggi proprio il… 18 Settembre 2015, giorno in cui gli inquirenti hanno rinvenuto l’arma del delitto? Per i legali degli accusati, la cancellazione dei messaggi intercorsi tra i loro assistiti è da ritenersi una pura casualità. Si sa per certo che il profilo Facebook “Anonimo” con cui venivano mandati messaggi offensivi e lesivi della dignità di Trifone a Teresa, era a disposizione della coppia di fidanzati di Somma Vesuviana. E si sa anche che Trifone, messo al corrente dei messaggi intercorsi tra il 26 Giugno al 4 Luglio 2014, si sia reso protagonista di uno scontro in caserma nel Novembre del 2014. Alla luce di questi ultimi elementi, risulta essere sempre più importante al fine delle indagini, l’esame che gli informatici effettueranno sui Personal Computer della caserma di Cordenons in cui sia Trifone Ragone che Giosuè Ruotolo prestavano servizio.
La Procura di Pordenone ha nominato nella giornata di ieri, lunedì 25 Gennaio, due nuovi periti che avranno il compito ufficiale di… indagare su tutte le tracce telematiche, compresi i messaggi in parte cancellati dai fidanzati di Somma Vesuviana, utili a dare una decisiva svolta a questo giallo e fare giustizia per Teresa e Trifone.
Lo sfogo dei genitori. La famiglia Ragone e la famiglia Costanza vogliono giustizia per i loro cari Teresa e Trifone, coppia bella, innamorata ed invidiata. Il papà di Teresa, stando a quanto riportato dalla trasmissione “La Vita in Diretta” sarebbe convinto che la chiave del giallo si trovi in caserma e che i militari non abbiano detto tutta la verità. “Per rispetto della divisa che indossano, li invitiamo a farlo”. Ha rilasciato dichiarazioni al settimanale “Giallo” invece il papà di Trifone. L’uomo ha reso nota la preoccupazione di suo figlio, militare e body builder 28enne, esternata dal ragazzo durante una telefonata avvenuta poco prima del delitto. “Quando l’ho sentito al telefono per l’ultima volta mio figlio Trifone mi era apparso nervoso e preoccupato. Non era il solito Trifone, sorridente e spensierato”.