Il nuovo dispositivo all’avanguardia possiede una pompa centrifuga a levitazione magnetica in grado di eliminare l’attrito tra le parti meccaniche e il sangue e tra le stesse parti meccaniche riducendo così gli eventi avversi. Il cuore artificiale è noto con il nome di Heart Mate 3. Mentre negli Stati Uniti è ancora in corso la prova clinica, l’Europa ha ottenuto il marchio CE già a ottobre 2015 e da quel momento sono stati eseguiti interventi solo su adulti. Heart Mate 3 può essere una soluzione temporanea per i pazienti in attesa del trapianto di cuore o una definitiva per chi non è eligibile per il trapianto.
A livello europeo il test ha riportato una sopravvivenza pari al 98% dei casi a 30 giorni dall’operazione e al 92% a 6 mesi. Inoltre è fondamentale sottolineare che su 50 pazienti adulti non sono stati segnalati eventi avversi che avrebbero potuto portare alla morte. L’operazione all’Ospedale Bambino Gesù è stata egeuita il 7 gennaio scorso su un’adolescente di 16 anni affetta da miocardiopatia dilatativa severa. Quattro giorni dopo un cuore era disponibile per la ragazza che ha subito un ulteriore intervento l’11 gennaio. L’ospedale romano è stato autore del primo impianto di cuore artificiale nel 2002, da allora sono stati eseguiti oltre 60 interventi.