Può capire che nei primi mesi di vita, un neonato arrivi a crescere in maniera più significativa di un altro. È il ritmo della vita, diverso per ognuno di noi. Se però la situazione non migliora, sorgono i primi dubbi. Gli stessi genitori della neonata si sono preoccupati notando che non aumentava di peso. Al pediatra, a cui inizialmente fu detto che veniva nutrita con latte artificiale, non restò altro da fare se non tranquillizzare la famiglia e fissare una nuova visita. Dopo 15 giorni il medico si è allarmato: la bimba non aveva preso nemmeno 100 grammi. Indagando più a fondo ha poi scoperto la verità: i genitori della piccola erano vegani e imponevano la loro stessa dieta anche alla figlia. La piccola infatti veniva nutrita esclusivamente con “una bevanda ottenuta dalla bollitura delle mandorle”.
Benché i medici siano tenuti a rispettare le scelte di vita dei loro pazienti, o in questo caso dei loro genitori, sono giustamente obbligati ad intervenire quando la cosa risulta controproducente. Il pediatra, dopo aver spiegato alla coppia il motivo per cui la neonata non cresceva, gli ha invitati a prendere in considerazione per lei una dieta differente. Non ha suggerito a tutta la famiglia di assumere alimenti di origine animale, solo consigliato di variare l’alimentazione della bambina introducendo latte bovino. Quando i genitori della piccola non si sono presentati al successivo incontro, fissato anche per verificare le condizioni della neonata, ha deciso di denunciarli.
“La bambina non cresce” ha detto il pediatra ai genitori, la causa è il tipo di alimentazione imposto. Più volte il medico ha cercato di convincere la coppia a cambiare la dieta della figlia, quanto meno per i primi anni di vita. Di fronte alla loro irremovibilità, li ha denunciati. La vicenda è stata raccontata dalla stampa locale senza menzionare i nomi delle persone coinvolte. Per rispetto alla privacy, l’uomo ha scelto di non divulgare i dettagli sulla famiglia della piccola.