Obiettivo della proposta di legge è la lotta alla contraffazione, fenomeno che secondo le stime ogni anno genera oltre 5 miliardi di perdite. Per contrastarla, il testo introduce appositi sistemi di tracciabilità, cioè codici identificativi non replicabili e leggibili tramite smartphone che le aziende potranno apporre ai loro prodotti e che costituiranno una vera e propria carta di identità della merce. Le nuove etichette conterranno infatti informazioni relative all’origine delle materie prime utilizzate, alle modalità e al luogo di realizzazione, fornendo agli acquirenti un valido strumento per scelte di consumo più consapevoli.
L’iter di approvazione del progetto di legge è stato molto travagliato: il testo, su iniziativa del deputato Pd Senaldi, era stato presentato in Commissione Attività Produttive già nel 2013. A porre un freno al percorso approvativo sono stati i dubbi circa la compatibilità del documento con le normative comunitarie. Va infatti ricordato che nel 2010 una legge analoga che introduceva la tracciabilità dei prodotti tessili, calzaturieri e della pelletteria (legge Reguzzoni) aveva subito la bocciatura da parte dell’Unione Europea. Proprio per superare l’ostacolo europeo, nel testo sono frequenti i riferimenti ai concetti di tutela della salute e diritti dei consumatori.
Secondo il testo di legge le aziende potranno avvalersi di apposti contributi per munirsi di sistemi di certificazione ed etichettatura mediante codici QR che potranno dunque essere letti mediante smartphone. La scelta se dotarsi o meno del sistema di certificazione avverrà su base volontaria. I codici non saranno replicabili e consentiranno al consumatore di effettuare delle scelte di acquisto più responsabili, avendo a disposizione maggiori informazioni sulla provenienza delle materie prime, sulle diverse fasi del processo di lavorazione e sulla qualità della merce.
A beneficiare dei contributi e dei finanziamenti a tasso agevolato potranno essere micro, piccole e medie imprese, ma anche consorzi, raggruppamenti temporanei di imprese, distretti produttivi, start-up e imprese ittiche e agricole che sceglieranno di dotarsi del nuovo sistema di etichettatura. Le aziende che riporteranno informazioni false relative ai prodotti commercializzati saranno sanzionate ai sensi dell’art. 517 del codice penale.
La proposta di legge è da tempo caldeggiata dal settore manifatturiero, allo scopo di preservare e valorizzare il made in Italy attraverso la certificazione dell’intera filiera produttiva. Il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha manifestato piena soddisfazione per l’approvazione del testo alla Camera sottolineando che il nuovo sistema di certificazione consentirà ai prodotti manifatturieri italiani di distinguersi dalla concorrenza sleale delle imprese che, pur producendo all’estero, si fregiano del marchio made in Italy.