Alcuni sociologi e psicologi si sono quindi chiesti come mai, in una società in continuo movimento dove spesso si cambia casa, città, lavoro e partner con estrema facilità, c’è chi decida di lasciarsi disegnare questi segni indelebili sulla pelle. Gli studiosi vedono il tatuaggio come una forma di comunicazione non verbale: viene usato per abbellirsi, appartenere ad un gruppo, esorcizzare alcune paure. In altre parole, ha ancora lo stesso identico significato che aveva per le società tradizionali, anche se reinterpretato con nuovi codici culturali. Così la preferenza del soggetto e della zona da tatuare non è mai casuale come sembra, ma racchiude l’essenza di chi si tatua.
Alcuni studiosi di psicologia e psichiatria, tra cui Anna Maria Casadei, Florinda Bruccoleri e Marco Cannavicci, che da tempo studiano i tatuaggi e il loro significato, affermano: “Tatuarsi sulla parte sinistra del corpo, che per la psicoanalisi rappresenta il passato, è tipico delle persone pessimiste, con poca fiducia in se stesse. La parte destra, invece, legata al futuro, denota un carattere solare, aperto ai cambiamenti, ma ben ancorato alla realtà”. Gli studiosi sottolineano che tatuarsi il tronco denota concretezza e capacità decisionali, mentre un tatuaggio sulle braccia significa una lenta di maturazione al contrario delle persone infantili e poco riflessive che lo preferiscono sulle gambe. Se il tatuaggio si trova in una parte anatomica nascosta, la persona è timida e con un forte senso di inferiorità, mentre le donne sospettose, gelose e femminili e gli uomini competitivi lo preferiscono sulla caviglia. Tatuarsi le zone genitali è simbolo di donne combattive e sensuali e uomini maldestri e passivi.
Gli esperti hanno rilevato anche altre differenze: “La zona da tatuare varia anche a seconda del sesso: gli uomini preferiscono la schiena (che significherebbe difficoltà ad assumersi responsabilità), la spalla (bisogno di libertà e di movimento) e il braccio. Le donne, il polso e la caviglia, adatti ai disegni più piccoli e sensuali.” L’importante è in ogni caso non generalizzare e soprattutto non giudicare: ognuno porta dentro di sé l’interpretazione che preferisce e che lo rende libero di scegliere come, quando e perché avere un tatuaggio sulla pelle, per sempre.