La ragazzina ha raccontato la sua storia in presenza di una psicologa. Durante la sua confessione, la 13enne ha ammesso di essere analfabeta e di essere stata cresciuta solamente per aumentare il reddito della famiglia. Insieme alle sue sorelline, la piccola ha sottolineato che doveva andare a chiedere elemosina e quando non rispettavano le regole, venivano prese a cinghiate o lasciate nude fuori dal container. Come se non bastasse, le bambine venivano spesso bagnate con l’acqua gelida per punizione. L’adolescente ha raccontato che la zia aveva il compito di procurare i clienti che, pagando una somma dai 50 ai 70 euro, potevano usufruire dei suoi servizi. Il giudice ha ora emanato una sentenza secondo la quale nessun famigliare ha il diritto di visitare la bimba.
Nel frattempo, la polizia ha individuato altri tre adulti che in passato avrebbero approfittato della bambina. I genitori della 13enne sono stati denunciati per abbandono di minore, mentre la nonna e le zie sono state accusate di associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione minorile. Le forze dell’ordine hanno inoltre dovuto ricorrere a un mandato di cattura europeo per arrestare la nonna che, al momento delle indagini, era scappata in Romania.