L’autore delle violenze, Maurizio Spanò, lavorava da diversi anni come infermiere professionale presso l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala; faceva parte dell’equipe del complesso operatorio svolgendo la mansione di ferrista. Gli abusi sessuali non sono però avvenuti all’interno della struttura ospedaliera, bensì presso lo studio medico privato del gastroenterologo di Marsala, Giuseppe Milazzo. Il dottore Milazzo, dettosi all’oscuro delle depravazioni dell’infermiere, non è indagato.
Secondo una ricostruzione deglu avvenimenti, infatti, l’infermiere sarebbe passato all’azione sempre dopo che il dottor Milazzo, avendo effettuato la diagnosi, si allontanava dall’ambulatorio lasciando i pazienti sotto la “supervisione” di Spanò. In realtà, le cure che l’infermiere riservava sui pazienti erano ben diverse: in attesa che svanisse l’effetto del sedativo, Spanò compiva gli abusi sessuali. Una delle vittime avrebbe subito la violenza proprio mentre stava per svegliarsi; la donna ha raccontato di essere impossibilitata a muoversi, di non riuscire ad aprire gli occhi, ma di essere già cosciente. Rimasta scioccata dalle azioni dell’infermiere, ha raccontato di aver paura di non essere creduta. Fortunatamente, ha trovato il coraggio di raccontare l’accaduto al marito, che durante i fatti era ignaro nella sala d’aspetto dello studio, e insieme hanno deciso di denunciare gli abusi ai carabinieri.
Successivamente alla denuncia della signora, sono state posizionate delle telecamere all’interno dello studio medico del dottor Milazzo che hanno registrato ben altri 8 casi di abusi sessuali effettuati sui pazienti da Spanò. Tra i malcapitati, vi sarebbero anche una donna anziana con la quale Spanò avrebbe avuto un rapporto sessuale completo e un uomo, anch’esso anziano, al quale l’infermiere avrebbe palpato le parti intime. Il dottor Milazzo ha poi dichiarato: “Mi sembra tutto un incubo, vorrei svegliarmi per poter dire che è stato solo un brutto sogno […]”. L’infermiere lavorava già da diversi anni nello studio di Giuseppe Milazzo, pertanto gli inquirenti non escludono che l’indagine potrebbe allargarsi.