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Dopo Expo: al via i piani di riconversione dell’area espositiva

I progetti di riconversione dell’area Expo a Milano stanno prendendo forma. L’ex area espositiva ospiterà infatti la sede italiana della multinazionale statunitense Whirpool. E’ quanto affermano i vertici del gruppo, leader nel settore degli elettrodomestici, che dichiarano di voler trasferire dalla provincia di Varese al comune di Pero (distretto Expo) il proprio quartier generale per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Resterà invece a Fabriano la sede amministrativa della società, il cui ruolo strategico pare confermato anche per il futuro.

Gli oltre 30 paesi, 15 stabilimenti produttivi e 24.000 dipendenti che compongono la divisione Emea di Whirpool verranno dunque gestiti dai nuovi uffici di Milano Pero. La nuova struttura ospiterà circa 500 risorse e, nelle intenzioni della società, dovrebbe diventare pienamente operativo a partire dal 2017. Il progetto è quello di realizzare un “winning workplace”, quindi un ambiente di lavoro all’avanguardia e confortevole. La sede occuperà un’area di 12.000 mq localizzata nel Perseo Expo District.

La scelta dell’area Expo, ha affermato Esther Berrozpe Galindo, presidente di Whirlpool Emea, è stata guidata dall’elevato valore strategico della zona, vicina a importanti snodi infrastrutturali come aeroporti, autostrade, trasporto ferroviario ad alta velocità, ma anche al centro e alle sedi di svariati partner commerciali. Inoltre questa decisione “conferma il ruolo centrale che Whirpool riconosce all’Italia”.

Il progetto Whirpool si affianca ad altri cantieri che hanno ad oggetto l’ex area espositiva, primo fra tutti il progetto dello Human Technopole, delineato dall’accordo da 135 milioni di euro siglato da IBM con il governo italiano. L’area Expo sarà infatti la sede del primo European Center of Excellence di Watson Health, diventando un punto di riferimento per l’informatizzazione del settore sanitario. La struttura metterà a disposizione risorse e strumenti tecnologici per la ricerca sanitaria, promuovendo al tempo stesso lo sviluppo di start-up nel campo dell’innovazione sanitaria e tecnologica.

Le tempistiche del progetto non sono ancora chiare, dovrebbe trattarsi di un piano di medio termine i cui caratteri verranno meglio delineati nei prossimi anni. Quello che è certo è che l’iniziativa si baserà su forti sinergie tra pubblico e privato. Verrà infatti portata avanti con il coinvolgimento di vari atenei, tra i quali l’Università Statale e il Politecnico di Milano, e di diversi partner internazionali. Oltre a IBM Watson Lab, al progetto parteciperanno Google, lo European Molecular Biology Laboratory, il Weizmann Institute, ma interesse è stato espresso anche da Ferrero, Nestlè, Bayer, Barilla e Novartis.