L’esposizione è concepita come una straordinaria retrospettiva sul periodo produttivo di El Greco durante il soggiorno italiano, ed è particolarmente efficace il modo con cui si è scelto di affiancare le sue opere a quadri di artisti italiani quali Tintoretto, Tiziano, Parmigianino, Bassano e Veronese, da cui il pittore greco ha colto un’imprescindibile lezione di stile per distaccarsi dalla sua iniziale vocazione di iconografo del mondo ortodosso. I capolavori degli artisti del Rinascimento italiano sono esposti in mostra per mettere in luce il confronto con la produzione di El Greco, da una parte per evidenziare l’influenza dei maestri italiani, dall’altra per rendere palese la metamorfosi stilistica e la personale rielaborazione che il pittore di Candia riesce a imprimere a tematiche religiose, quali l’Adoazione dei Magi e la Crocifissione.
L’ultima parte della mostra, infine, documenta il grande influsso esercitato da El Greco sulle avanguardie Europee del XX secolo attraverso quadri di Picasso e Bacon a dimostrazione l’attualità unica del pittore cretese, che già si distingueva dai contemporanei per i toni drammatici e un uso della luce quasi espressionista. La mostra permette, quindi, ai visitatori di farsi un’idea a 360 gradi di tutta la produzione di Dominikos Theotokopulos, dalla fase giovanile del San Demetrio, icona ancora legata ai rigori della durezza bizantina, al fecondo periodo italiano in cui spicca lo splendido Ritratto di gentiluomo, per concludere con due quadri provenienti da Palazzo Barberini che riassumono la maturità dell’artista. Nel complesso un appassionante percorso particolarmente riuscito, e un modo senz’altro apprezzato dal pubblico di far conoscere un grande nella storia dell’arte, oltre che a rendergli omaggio a poco più del quarto centenario dalla sua morte, avvenuta a Toledo nel 1614.