Il meccanismo dovrebbe risolvere anche il problema dei crediti deteriorati, principale causa delle esigenze patrimoniali degli istituti di credito, dal momento che proprio le sofferenze determinano la necessità di maggiori accantonamenti da parte delle banche. Al centro del piano del ministro Padoan ci sarebbe una Sgr (società di gestione del risparmio) con una dotazione di circa 5-7 miliardi, finanziata esclusivamente dal settore privato (banche e altri operatori finanziari) in modo da evitare ogni coinvolgimento pubblico e quindi il rischio di una bocciatura europea derivante dal sospetto di aiuti di Stato. Obiettivi del fondo sarebbero la ricapitalizzazione e l’acquisto dei crediti in sofferenza delle banche in crisi. Questa soluzione permetterebbe anche di porre un freno ad eventuali tentativi da parte di fondi stranieri di assumere il controllo degli istituti in difficoltà, come sta accadendo proprio in questi giorni nel caso di Carige.
Ad entrare nel fondo, oltre alle banche maggiori (Intesa, UniCredit, UBI), a Cassa Depositi e Prestiti e alle fondazioni, dovrebbero essere quasi tutte le prime 10 banche italiane e le principali compagnie assicurative. La Sgr dovrebbe gestire due distinti fondi o comparti, di cui uno dedicato alle ricapitalizzazioni, con l’obiettivo di intervenire come acquirente di ultima istanza nel caso in cui si prospettasse un’elevata quota di inoptato, e l’altro dedicato all’acquisto delle sofferenze. I dettagli sono comunque ancora in via di definizione. Il contributo governativo dovrebbe avvenire in due modi: da un lato tramite le agevolazioni fiscali a favore di chi investirà nel fondo e, dall’altro, tramite le norme sull’accelerazione del recupero dei crediti in sofferenza.
Nel frattempo il viceministro all’Economia Morando ha confermato che a breve arriverà anche un decreto legge per risolvere il tema del risarcimento agli obbligazionisti delle quattro banche fallite. Il viceministro ha anticipato che le trattative con l’Unione Europea avrebbero permesso di allargare notevolmente la platea degli aventi diritto ai risarcimenti, emendando in via del tutto eccezionale le regole di accesso al ristoro contenute nella Legge di Stabilità.