Nel 2002, Claudio e Bruna Pizzi, entrambi maestri di scuola appassionati di storia, avevano acquistato un complesso di edifici, ormai in decadenza, a Joannis di Aiello del Friuli, Udine. La struttura risaliva all’anno 1400 circa ma era molto rovinata, per questo necessitava di un grande lavoro di restauro. “Sentivo che c’era qualcosa che mi diceva di scavare prima di quell’operazione”. Uno scavo iniziato per caso nel pavimento del soggiorno ha permesso di riportare alla luce una necropoli risalente al X secolo.
Il primo corpo ad essere trovato sotto il pavimento è stato quello di una giovane donna, sepolta con il suo corredo da oltre 1000 anni. Grazie al successivo intervento di archeologi ed esperti, sono stati trovati i resti di altri 55 individui ma si pensa in totale siano circa 200. Secondo gli archeologi dell’Università di Udine, nella necropoli sono sepolti gli antichi abitanti di Joannis, residenti tra le attuali Austria e Slovenia. Nel 900, la zona era popolata da slavi che lavoravano la terra devastata dall’invasione degli Unni.
Molti tra i corpi finora trovati appartengono a donne, morte tra i 25 e i 30 anni, e bambini, morti tra gli 8 e i 13 anni. In entrambi i casi, gli esperti hanno affermato che la morte è stata causata dall’eccessivo lavoro nei campi. “Le donne trainavano l’aratro, i figli portavano tanti pesi – spiegano – Dalle ossa deformate si vede bene”. Il complesso degli edifici è ormai quasi del tutto restaurato e, nel frattempo, proprio grazie a quella casuale scoperta sotto al pavimento, la zona è diventata sito di interesse nazionale. L’intera area è tuttora oggetto di indagine, in attesa di essere esplorata e di rivelare altri eventuali tesori sepolti.