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“Non ho fatto il vaccino a mia figlia, ora è morta. L’ho uccisa”

“Non ho vaccinato mia figlia perché la pediatra mi aveva detto che non era necessario visto che non la portavo all’asilo nido e lei ora è morta”. Queste le parole di Antonella Salimbene che ha visto morire la propria bambina nel giro di pochi giorni per una pratica considerata da molti obsoleta: il vaccino.

E’ il 18 marzo 2014 quando Antonella viene chiamata dalla scuola: il termometro segnava 37 e mezzo di febbre, il che non creò allarmismi. In un giorno però fu necessario il ricovero urgente con conseguente prognosi dei medici che annunciarono la gravosa notizia alla madre.
Il virus che aveva intaccato le cellule cerebrali di Azzurra era il meningococco C, responsabile della meningite e fu proprio allora che Antonella ricordò quello che si era appena rivelato un errore fatale: “Allora mi ricordai della pediatra e della mia decisione di non vaccinarla”. La Salimbene ha, infatti, raccontato all’Huffington Post di non aver mai sottoposto la figlia alla profilassi contro il meningococco C sotto consiglio della pediatra poiché ritenuta malattia rara.

 

Purtroppo oggi vi sono molti casi simili a quello della piccola Azzurra, con la sostanziale differenza che i genitori sono consapevoli di quello che decidono per i propri figli.
Le malattie infettive esistono e la soluzione per molti, moltissimi casi, esiste: le vaccinazioni nascono per la prevenzione e la tutela della società contro malattie talvolta letali. Molti genitori, purtroppo, si lasciano spaventare dalle possibili conseguenze dei vaccini, gli effetti collaterali: ma non sono forse presenti in ogni farmaco a partire dal più blando?

La mancata protezione dei nostri bambini non implica solo un grande rischio per i nostri figli, ma anche per quelli degli altri. Permettere ad un bambino non vaccinato di poter frequentare asili e scuole è un grande atto di incoscienza, ma l’errore vero e proprio e la mancata salvaguardia dei propri figli a causa di timori frutto dell’immaginazione collettiva.

A questo proposito Antonella Salimbene ha deciso, dopo la sua triste esperienza della quale si sente responsabile, di fondare un’associazione, “Un bacio ad Azzurra“, per riuscire a sensibilizzare le persone sul fattore vaccinazioni; finora la fondazione ha riscosso un grande successo: molte madri ringraziano Antonella poiché dalla sua testimonianza hanno potuto apprendere molto.

“Mi piace dire alle mamme e hai papà che ogni somministrazione di vaccino è un bacio che arriva a mia figlia”.