L’uomo arrestato si chiama Raimondo Caputo, compagno della vicina di casa dei Loffredo, il quale è stato accusato di violenza sessuale ed omicidio. L’uomo, però, si trova già in carcere con la compagna da novembre 2015: i due furono accusati di violenza sessuale sulla figlia di tre anni, la quale, peraltro, è stata fondamentale per le indagini. La bimba, dopo essere stata presa in custodia dagli assistenti sociali, è stata ascoltata a lungo dagli psicologi ai quali ha raccontato di non voler più tornare in quella casa, dove dormiva con un uomo, e quando le è stato chiesto di rappresentare un disegno di questa persona, la bambina ha rappresentato un volto striato, come ricoperto da serpenti. Inoltre, nella casa di accoglienza, la bambina ha accusato spesso dolori intimi dicendo che non era la prima volta che li sentiva: infatti tramite esami sono emerse le molteplici violenze sessuali, delle quali la mamma era a conoscenza.
Ma la piccola di 3 anni non è la sola figlia della compagna di Caputo, Marianna Fabozzi, di 26 anni; la donna, infatti, aveva un altro figlio, Antonio, trovato morto in circostanze molto simili a quelle di Fortuna un anno prima. Nel corso dei due anni trascorsi dall’omicidio della piccola Loffredo gli inquirenti hanno cercato di combattere lo spessissimo muro di omertà all’interno del condominio, nonostante le forti accuse fatte dalla mamma di Fortuna contro i due vicini di casa: “Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”.
Secondo gli investigatori, Fortuna sarebbe stata inserita in un giro di pedofilia da Caputo, il quale l’avrebbe costretta a numerose violenze sessuali. La piccola, quel 24 giugno, si sarebbe ribellata, causando l’ira dell’uomo. “Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall’altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia”, queste le parole di Domenica Guardato, mamma di Fortuna. Intanto questa mattina, alcune mamme del Parco Verde sono andate ad incendiare l’abitazione dell’assassino dove sono, probabilmente, avvenute le violenze.