Come annunciato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nella conferenza stampa di venerdì scorso, il documento si compone di tre sezioni: interventi a favore delle imprese e snellimento delle procedure di recupero crediti, misure a favore degli investitori delle banche in liquidazione e disposizioni in materia di imposte anticipate e differite (Dta). In materia di crediti deteriorati il governo ha approvato delle iniziative mirate alla riduzione dei tempi di recupero “per le persone giuridiche, non fisiche, da 6-8 anni a 6-8 mesi” ha dichiarato Renzi. La speranza del premier è che “questo decreto risolva in maniera definitiva i problemi del mondo bancario”.
Chi ha diritto al rimborso? A beneficiare dei rimborsi saranno gli investitori con un reddito annuo lordo inferiore a 35mila euro e gli investitori che, pur percependo un reddito annuo superiore a tale soglia, abbiano un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro. Renzi ha spiegato che si tratterà di rimborsi forfettari e automatici (quindi senza bisogno di arbitrato) che copriranno fino all’80% dell’investimento in obbligazioni subordinate. Condizione vincolante è che i titoli subordinati siano stati acquistati entro il 12 giugno 2014. Padoan ha aggiunto che i rimborsi automatici riguarderanno “un po’ più della metà dei circa 10mila obbligazionisti coinvolti nel crack delle quattro banche salvate il 22 novembre”, ma ha anche invitato alla cautela, dal momento che le stime devono essere ancora verificate e confermate. Quanti rimarranno esclusi dai rimborsi automatici, potranno ricorrere agli arbitrati presso l’Anac.
Il premier ha specificato che l’intervento non sarà a carico dei cittadini, perché a pagare sarà il fondo bancario. La copertura finanziaria del decreto banche verrà dunque dal fondo istituito con la Legge di Stabilità. Il governo deve ancora stabilire di quanto aumenteranno le sue disponibilità finanziarie, che ad oggi ammontano a 100 milioni. Il calcolo verrà fatto prendendo in considerazione il numero di richieste di rimborso automatico e l’esito dei processi arbitrali. Il ministro dell’Economia ha comunque assicurato che non ci saranno razionamenti dei rimborsi.
Piuttosto fredda se non apertamente negativa la reazione delle associazioni dei consumatori, molte delle quali hanno giudicato troppo basse le soglie di reddito per accedere ai rimborsi. Il presidente di Codacons Carlo Rienzi ha definito “a vanvera, senza senso e del tutto illogici” i criteri di assegnazione dei rimborsi, che creerebbero dunque “inaccettabili discriminazioni” tra i risparmiatori. Massimiliano Dona, segretario dell’Unione consumatori, si concentra invece sull’entità del rimborso: “Nessuno prende il 100% di quanto perso, indipendentemente dal reddito”. L’Adusbef si spinge fino a definire il decreto come “inaccettabile, beffardo e penalizzante”. Insomma per i prossimi mesi si preannunciato numerosi ricorsi al Tar.