L’allarme è stato lanciato proprio dai genitori della donna: la giovane avrebbe comunicato loro, venerdì sera, la semplice intenzione di fare una passeggiata nel camping di Montefiascone, nel viterbese, dove la famiglia alloggiava, per far addormentare il neonato. Sembrava tutto tranquillo, ma la mattina dopo Cecilia ed il bambino non sono stati ritrovati nel letto. Una volta inviato l’SOS, si sono messi immediatamente in moto protezione civile, carabinieri, vigili del fuoco e militari che hanno condotto le ricerche sia terrene che nel lago, controllando ogni luogo.
Cecilia Maria Fassine è stata ritrovata stamattina, domenica 22 maggio, ad un centinaio di metri dal campeggio, impiccata ad una quercia con ai piedi il suo bambino, anch’esso privo di vita, coperto da una giacca. Le due salme sono state rinvenute dalla protezione civile di Celleno e sono state immediatamente trasportate all’ospedale di Viterbo dove le autorità competenti hanno dato l’approvazione all’autopsia. Le motivazioni del tragico atto sono facilmente ritrovabili nello stato psichico della ragazza, ma sono da chiarire diversi fattori, quali le circostanze della morte del neonato.