A 50 chilometri più a nord, a Jableh, la tattica utilizzata è stata la medesima. Un autobomba è esplosa in un parcheggio autobus e poco dopo tre uomini si sono fatti esplodere nella stessa area causando la morte di più di 50 persone. Il secondo attacco si trovava nelle vicinanze della base aerea russa di Latakia e per ora i russi si sono detti molto preoccupati.
In un primo bilancio le vittime totali degli attentati, rivendicati dall’Isis poco dopo le esplosioni, sarebbero 121. Le rivendicazioni sono arrivate tramite l’agenzia stampa Amaq News che ha parlato di un’azione contro gli alawiti, come il presidente Assad. Un offensiva di questo calibro nel territorio di Assad ha lasciato anche la Russia senza parole che ha commentato, attraverso il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, dicendosi preoccupata soprattutto per la fragilità della situazione nella regione.
L’attacco, dopo il fallimento del colloqui di pace che si sono arenati dopo che l’opposizione siriana si è rifiutata di tornare al tavolo, ha un grande peso soprattutto a livello dimostrativo. Non era mai successo che la zona di Assad fosse colpita così duramente dal commando e ora le aspettative nel Paese sono critiche anche se la lotta al terrorismo continua senza sosta.