Il Meccanismo Europeo di Stabilità, si occuperà invece di predisporre un piano di alleggerimento progressivo dell’esposizione debitoria di Atene. Non ci sarà nessun taglio immediato, dunque, ma piuttosto interventi “da introdurre gradualmente”. L’obiettivo è quello di ridurre il peso degli interessi passivi (gli oneri finanziari per il servizio del debito) sul PIL greco in una prima fase al di sotto del 15% e, successivamente, a meno del 20%. Il piano è ben diverso da quanto originariamente richiesto da Fondo monetario internazionale, che chiedeva di sospendere i pagamenti degli interessi sul debito fino al 2040.
I rappresentanti del Fondo hanno comunque dato il loro benestare all’intesa, che, per quanto lontana dalle ipotesi iniziali, rappresenta indubbiamente un passo importante nei confronti del governo di Atene. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbleom ha commentato con entusiasmo l’intesa raggiunta: “La fiducia reciproca dopo l’approvazione delle nuove misure da parte del governo ellenico ci ha consentito di aprire una nuova fase”.
Il governo tedesco non ha ancora commentato l’intesa. La Germania è, insieme alla Grecia, la vera vincitrice del negoziato. Wolfgang Schaeuble, ministro dell’Economia tedesco, all’indomani del vertice di Bruxelles aveva dichiarato di non voler prendere nessun impegno sul debito greco prima del 2018 (nel 2017 in Germania si terranno le elezioni politiche, ndr.), ed è stato accontentato.
Ma i più soddisfatti dell’accordo di ieri sono indubbiamente i rappresentanti del governo ellenico: “Siamo a una svolta che ci consente di uscire dal circolo vizioso recessione-tagli-recessione e di aprire di nuovo l’era degli investimenti esteri nel paese” ha affermato il ministro delle Finanze greco Euclide Tsakalotos. Dopo l’intesa di ieri il rischio di Grexit sembra essere meno concreto.