Naturalmente, analizzando la tipologia di scarti ritrovata non possono che emergere le pessime abitudini degli italiani. In primo luogo l’italiano medio è abituato, scorrettamente, a gettare molta spazzatura nel WC che, a causa dello scorretto funzionamento degli impianti depurativi, finisce direttamente in mare e viene trascinata sulle spiagge.
Le aree”più inquinate” sarebbero principalmente due: Coccia di Morto a Fiumicino (Roma) è la prima. Questa spiaggia sarebbe meta dei rifiuti della foce del Tevere nelle vicinanze e dove sarebbero stati trovati 5500 scarti in 100 metri di cui il 67% è imputabile alla cattiva depurazione. L’altra location è all’Olivella, nel comune di Santa Flavia a Palermo, dove sono stati trovati 1250 rifiuti in 100 metri. “Il problema dei rifiuti spiaggiati rappresenta la punta dell’iceberg di un problema molto più complesso” dice Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, la quale afferma che solo il 15% degli scarti affiora, mentre il resto rimane sui fondali. E’ forse il caso di cambiare certe proprie abitudini?