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Pakistan, 19enne rifiuta proposta di matrimonio: bruciata viva

PAKISTAN – Maria Sadaqat, 19enne pachistana, è morta ieri mattina all’ospedale di Islamabd dopo essere stata arsa viva. Il suo “crimine” è stato rifiutare la proposta di matrimonio del suo dotatore di lavoro, che voleva farla sposare con il figlio. L’uomo infatti non ha gradito il suo rifiuto e, mentre i parenti della ragazza erano ad una cerimonia, assieme ad altri 4 uomini l’hanno prima picchiata e poi bruciata viva. Inutile la corsa in ospedale: le sue condizioni erano gravissime e la giovane è morta alcune ore dopo il ricovero.

Maria era insegnante in una scuola privata di Murree. Shaukat, il proprietario dell’istituto, avendo l’intenzione di affidarle la gestione della scuola stessa, le ha proposto di sposare suo figlio. La 19enne però ha scelto di rifiutare e anche il suo promesso, già sposato e con un bambino, ha respinto la proposta di matrimonio. Shaukat però ha deciso di vendicarsi per il rifiuto subito assieme ad altre 4 persone. Hanno atteso che i parenti di Maria si fossero allontanati per partecipare ad una cerimonia e poi si sono introdotti nell’appartamento della ragazza cominciando a picchiarla. “Dopo il pestaggio, l’hanno cosparsa di cherosene appiccando il fuoco – ha raccontato Naseer Abbasi, zio della vittima – poi hanno gettato il suo corpo in un fossato”.

Dopo l’aggressione, la giovane è stata trasportata all’ospedale del villaggio ma, vista la gravità della situazione, è stata trasferita d’urgenza all’Istituto di Scienze Mediche del Pakistan. Il suo corpo era coperto per l’85% da ustioni e la giovane è morta poche ore dopo il ricovero. La sua famiglia ha denunciato l’accaduto alla polizia locale accusando Shaukat e i suoi complici di aver compiuto un gesto inumano. Le autorità stanno tuttora cercando i responsabili del brutale omicidio. Per ora è stato arrestato solo il fratello di Shaukat, ma dalle prime ricostruzioni l’uomo non sembra coinvolto nella vicenda. Purtroppo questo non è il primo caso di matrimonio imposto o combinato che si conclude in tragedia, e non sarà nemmeno l’ultimo.