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Brexit: la Gran Bretagna abbandona l’Unione Europea

INGHILTERRA – Notte calda per i britannici che hanno combattuto un testa a testa per il voto sul referendum Brexit. Il risultato è per alcuni frutto di una previsione ovvia, per altri una scioccante scoperta. I dati definitivi sono aggiornati a stamane alle ore 8.10 e vedono la vittoria dei cosiddetti “Leave” col 51,9% dei voti. Alle urne si è presentata un’enorme affluenza che, secondo  fonti, conterebbe il 72,2% della popolazione anglosassone. La realtà ora è questa: l’Inghilterra ha detto “SÌ” all’abbandono definitivo dell’Unione Europea e le idee divergenti in materia si sono fatte concrete.

Il premier Cameron ha lasciato trapelare la sua volontà di abbandonare Londra. La decisione, in caso di tale risultato, è da considerarsi ovvia essendo lui un conservatore progressista. Il premier inglese infatti è da sempre stato contro l’uscita dalla UE e continuare a guidare il paese in una situazione globale decisamente diversa dai suoi ideali sarebbe impensabile. Nonostante la lettera firmata da alcuni conservatori favorevoli alla Brexit, il presidente londinese ha confermato quelle che ormai non sono più voci: “Ci dovrà essere un nuovo primo ministro ad ottobre”.

Intanto la situazione economica europea, e non solo, crolla. La sterlina comincia ad accusare il colpo: ieri sera, in base ai sondaggi che vedevano fallire il referendum, la moneta britannica era a 1,50 dollari. Stamattina aumenta le perdite sulla moneta statunitense a 1,33 dollari. La sterlina segna i minimi dal 1985 segnalando il calo più forte di tutti i tempi. Inoltre la Deutsche Bank prevede conseguenza catastrofiche sotto ogni punto di vista.

 

“Questa è la vittoria che segna un nuovo giorno dell’indipendenza per il nostro paese” afferma con gioia Nigel Farage, leader dell’Ukip sempre stato a favore dell’uscita del paese dall’Unione Europea sostenendo la Brexit. Le parole di Farage risalgono a prima della vittoria: il laburista è sempre stato convinto della vittoria dei “Leave” sostenendo anche la sua richiesta, in caso di vittoria, delle dimissioni del premier britannico. In realtà, però, all’interno del partito Labour non tutti sono d’accordo sull’abbandono della presidenza da parte di Cameron. Pare che questo possa essere un nuovo inizio, o una nuova fine.