Sui mercati valutari la sterlina ha chiuso la seduta a 1,3732 rispetto al dollaro, il minimo dalla primavera 2009. L’incertezza dei mercati ha inoltre causato una nuova diminuzione del prezzo del petrolio: il Wti ha perso il 4,4% arrivando a quotare 47,91 dollari al barile. Contestualmente è iniziata la corsa ai beni rifugio, con l’oro che ha segnato un fortissimo rialzo e i titoli di Stato tedeschi a 10 anni che hanno registrato una significativa contrazione. Nel frattempo lo spread Btp-Bund è tornato a salire, attestandosi a quota 163 punti base.
Pesantissime le conseguenze della Brexit sulle Borse europee, che hanno visto andare in fumo 411 miliardi di capitalizzazione. Secondo l’analisi condotta dall’ufficio studi de Il Sole 24 Ore la capitalizzazione dello Stoxx Europe 600, l’indice costituito dalle 600 maggiori aziende europee quotate, è scesa da 9.044 miliardi a 8.633 miliardi. E’ come se le Borse europee avessero perso 1 miliardo al minuto nel corso della giornata di oggi. Il listino peggiore è stato quello di Francoforte (-90,3 miliardi), seguito da Parigi (-66 miliardi) e Madrid (-55,2 miliardi). A Milano il Ftse Mib ha “bruciato” 46,6 miliardi di capitalizzazione.
Ad essere letteralmente travolte da questo venerdì nero post Brexit sono state le banche e le assicurazioni, oggetto delle vendite più consistenti su tutte le Borse europee. Le perdite maggiori le hanno registrate le banche britanniche, in particolare Barclays, Lloyds e Rbs, che hanno ceduto quasi il 20%. Perdite analoghe sono state registrate anche a Piazza Affari, con i titoli di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Bpm e Banco Popolare in calo di circa il 20%.