L’obbiettivo era quello di sensibilizzare le masse sull’omofobia, mostrando degli scatti di baci tra persone dello stesso sesso indirizzate a mostrare la normalità dell’atto. Nella città di Eleonora le fotografie hanno avuto vita breve: una volta installate hanno avuto modo di essere esposte per una sola notte. L’ira scatenata dall’omofobia generale ha portato un gruppo di individui a far sparire gli scatti in maniera brusca. Le immagini della fotografa Egle Picozzi ritraevano due coppie omosessuali scattate nel salotto e nella camera da letto di un palazzo dell’800: le pose erano estremamente caste.
Non solo gli scatti sono stati strappati e addirittura bruciati, ma anonimi hanno fatto partire immediatamente una segnalazione alla Questura. Stessa fine è toccata alle immagini del fotografo Giuseppe Vassallo intitolate “49 baci omosessuali in memoria delle 49 vittime della strage di Orlando”. Le opere di Vassallo erano state precedentemente mostrate nelle città di Milano, Roma e Firenze, ma hanno trovato la loro fine in Sardegna. A questo punto sorge spontanea la domanda: trogloditi o ideali diversi? Certo è che nei centri per così dire, più mondani ed ideologicamente aperti le foto sono state apprezzate.
La vicenda, però, ha aperto un varco nel cuore di molti cittadini sardi che, in difesa dell’accaduto, hanno protestato e mostrato la propria solidarietà. E’ stata, infatti, aperta una petizione su Change.org che ha già raccolto 500 firme. Non mancano coloro i quali si sono opposti pubblicamente alle immagini. La mostra voleva sensibilizzare Palmas Arborea ed ha scatenato ire generali: nel 2016 sono ancora possibili situazioni così? Evidentemente la risposta è si.