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Turchia, Erdogan dopo colpo di stato: “I ribelli la pagheranno”

TURCHIA – Il colpo di stato tentato ieri sera da alcuni militari in Turchia è fallito. I primi bilanci parlano di circa 100 feriti e 265 morti tra ribelli e civili. I golpisti arrestati sono 2.839. “Coloro che hanno pianificato questo colpo di Stato – afferma il presidente Recep Tayyip Erdogan – pagheranno duramente”. La legge turca non prevede la pena di morte ma lo stesso Erdogan non ha escluso l’eventualità vista la situazione. I media locali hanno descritto gli avvenimenti come “la pagina nera per la democrazia in Turchia”.

La difficoltà nel gestire la difficile situazione è stata aggravata dalla precarietà del vertice politico. Il presidente Erdogan era in fuga momentanea e a guidare il paese è stato Umit Dundar, subentrato dopo il rapimento di Hulusi Akar, liberato successivamente. Rientrato a Istanbul, Erdogan è stato accolto da una folla in festa e davanti ai presenti ha promesso che “i ribelli che hanno tentato di rovesciarmi pagheranno un caro prezzo”. Secondo il leader, la mente a capo della rivolta è l’imam Fethullah Gulen, suo ex alleato autoesiliatosi in USA. “Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi – ha controbattuto – è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”.

Uno scenario da guerra civile quello avvenuto ad Ankara e Istanbul: militari al potere, il presidente in momentanea fuga, bombardamenti e combattimenti per le strade. Nonostante la situazione sia di nuovo sotto controllo, ci sarebbero ancora 150 ribelli asserragliati nel quartier generale delle Forze Armate di Ankara. Per bloccare altri membri del movimento Gulen, le autorità hanno allertato le frontiere e bloccato gli aeroporti del Paese. Sotto accusa è anche il governo stesso: per ora sono stati rimossi 2.745 giudici.