Orlando, Magnaville, Nizza e Wuerzburg: questi i luoghi degli ultimi attentati rivendicati dall’ISIS. Ad agire però sono sempre stati sostenitori isolati, di cui non è ancora accertato un reale coinvolgimento nelle attività dello Stato Islamico. “Gli attentatori hanno agito seguendo gli ideali dell’ISIS –si legge in una nota – ma lo hanno fatto in autonomia”. Un’ulteriore preoccupazione riguarda i foreign fighters giunti in Siria ed in Iraq i cui figli vengono cresciuti secondo gli ideali dello Stato Islamico e questo li trasforma in una potenziale minaccia.
“Malgrado il fatto che un certo numero di attentatori solitari leghi i propri atti alla religione o all’ideologia – continua il rapporto – il ruolo di potenziali problemi di salute mentale non dovrebbe essere trascurato”. Sebbene l’influenza dell’ISIS sia importante in questi attentati, l’Europol ha sottolineato che bisogna indagare anche nella vita privata dell’attentatore stesso. Mohammed Lahouaiej Bouhlel, responsabile della strage di Nizza, era infatti affetto da disturbi mentali. Anche nel dicembre 2014, quando un uomo investì 11 persone a Digione è stato accertato che l’attentatore soffrisse di schizofrenia.