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Strage di Monaco: ecco le rivelazioni sul killer

MONACO – Il killer responsabile della a Monaco è stato identificato: si chiamava Ali Sonboly, 18enne tedesco-iraniano. Il giovane, suicidatosi durante il tentativo di fuga, aveva avuto poco prima di aprire il fuoco una discussione con un individuo del palazzo di fronte al centro commerciale. Durante l’acceso scambio di battute, aveva dichiarato di essere stato vittima di bullismo per diversi anni e proprio per questo era deciso a compiere una strage. La conversazione in dialetto bavarese è stata ripresa da un’altra persona affacciatasi dal balcone.

Secondo gli inquirenti, la strage non sarebbe in alcun modo collegata all’ISIS. A casa del killer, situata nella periferia di Maxvorstadt dove viveva con i genitori, non è stato infatti trovato alcun riferimento all’idealismo dello Stato Islamico. Sembra che la furia omicida del giovane sia stata invece causata da problemi psichici: Ali era affetto da una forte depressione e, forse, il recente fallimento nell’esame di venerdì scorso è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Inoltre, come da lui stesso affermato, era stato vittima di bullismo per 7 anni durante i quali aveva più volte minacciato vendetta. “Ali era nella mia classe – racconta un suo ex compagno che ha preferito l’anonimato – Facevamo sempre del mobbing contro di lui a scuola. E lui diceva sempre che ci avrebbe uccisi”. La polizia inoltre sta verificando l’ipotesi che il killer avesse cercato di contattare alcun vecchi compagni di scuola su Facebook per attirarli nel Mc Donald’s.

Da quanto ritrovato nella sua camera, il killer sembrava un vero e proprio appassionato dei giochi di guerra per il computer. Inoltre, è stato trovato un libro intitolato “Furia nella testa: perché gli studenti uccidono”. Oltre a questi elementi, sono state trovate alcune documentazioni su stragi avvenute negli ultimi anni nel mondo. In particolare sembra che Ali ammirasse lo studente 17enne che nel 2009 uccise 15 persone nella sua scuola a Winnenden, vicino a Stoccarda (Germania) e Anders Breivik, responsabile della morte di 69 persone a Utoya (Norvegia) di cui proprio ieri si commemorava il 5° anniversario.