Il centro, che ospitava 160 persone, offriva come molti altri attività ricreative e soprattutto di riabilitazione a persone disabili. La dinamica dei fatti è ancora in via di ricostruzione, anche il movente stesso dell’attacco non è chiaro ma per ora sembra essere esclusa la pista terroristica. Secondo le prime, il giovane conosceva bene la struttura avendoci lavorato fino allo scorso febbraio. Nonostante l’intervento della polizia che ha circondato l’edificio, l’uomo è riuscito ad allontanarsi. Dopo poche ore però si sarebbe presentato spontaneamente alla stazione di polizia di Sagamihara confessando il massacro. All’interno della sua auto, è stato ritrovato il coltello con cui ha ucciso 19 persone e ferite molte altre.
In Giappone, grazie alle rigide leggi sul possesso di armi, episodi simili sono molto rari ma purtroppo non inesistenti. A maggio, la pop star Mayu Tomita è stata accoltellata e ridotta in fin di vita da un fan dopo aver rifiutato un suo regalo. Nel 2010, quattordici persone furono accoltellate da un disoccupato su due autobus fuori dalla stazione ferroviaria. nel 2008, un uomo usò il proprio camion per lanciarsi sulla folla accoltellando in seguito 7 persone. Infine, nel 2001 a Osaka, otto bambini vennero uccisi a scuola con un coltello. A queste tragedie, ora si è aggiunta una strage in un centro per disabili.