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68enne si risveglia dal coma vegetativo e intona canzoni di Ranieri

MESSINA – Un vero e proprio miracolo medico quello avvenuto all’ospedale per neurolesi Bonino Pulejo di Messina. Dopo essere rimasta in coma vegetativo per quasi 4 anni, Rosalba Giusti, 68enne palermitana, si è risvegliata. Benché paralizzata, le sue funzioni cognitive non sembrano danneggiate, anzi: la donna ha preso l’abitudine di intonare in corsia canzoni di Ranieri, Baglioni ed Iglesias. “Mai visto un risveglio così in 25 anni di attività – ha commentato Patrizia Pollicino, la neurologa che ha seguito il caso – È un vero miracolo”.

Rosalba venne ricoverata d’urgenza circa 4 anni per la rottura di un aneurisma cerebrale. Nonostante l’intervento cui fu sottoposta, i medici le diagnosticarono uno stato di coma vegetativo da quale non si sarebbe mai ripresa. “Ci avevano detto che non c’erano speranze” ha raccontato la figlia Rita. Invece, contro ogni aspettativa, Rosalba si è ripresa chiedendo immediatamente di poter vedere i suoi figli. “Si chiama sindrome di Locked In: percepisci quello che ti sta intorno ma non dai segni esterni – hanno spiegato i medici – Mentre sembrava che dormisse, Rosalba memorizzava i nomi di tutti”. A supporto di questa teoria c’è il fatto che la donna, appena sveglia, si sia rivolta all’infermiera in turno chiamandola per nome pur non conoscendola affatto.

Il risveglio di Rosalba è stato considerato un caso davvero eccezionale. Pur essendo rimasta paralizzata in seguito ai danni causati dalla rottura dell’aneurisma, le sue funzioni cerebrali sembrano perfettamente intatte. La 68enne fornisce risposte coerenti e complesse, riconosce i figli e canta di continuo canzoni di Ranieri e Baglioni. Una grande vittoria la sua, ma il risveglio dal coma purtroppo non è che l’inizio di una nuova battaglia per lei e soprattutto per i suoi familiari. A causa della distanza dell’istituto in cui è ricoverata, i figli Rita, Vincenzo, Giusi, Piero, Tony ed Emanuele, stanno cercando una sistema più comoda e vicina alle loro residenze. “Riusciamo ad andare a Messina solo una volta a settimana a turno – hanno spiegato – A Palermo non ci sono altri centri in grado di ospitarla: ha bisogno di una riabilitazione specifica e si nutre artificialmente”.