Le principali cause sono la grande siccità che impedisce la produzione di frumento e la decisione del governo keniota di chiudere il campo profughi più grande del mondo, Dadaab in Kenya, costringendo la popolazione somala a tornare in patria.
La guerra civile, tra i miliziani estremisti islamici di al-Shabaab e il governo somalo, aveva costretto queste persone a trasferirsi nel campo uscendo così dal paese mentre ora, costrette a tornare in Somalia, stanno aggravando ulteriormente il problema dell’emergenza alimentare. Dai dati è risultato che più di trecentomila bambini sotto ai cinque anni sono malnutriti e necessiterebbero di cure mediche.
In Somalia i livelli di malnutrizione negli ultimi anni non sono mai migliorati ma costantemente e velocemente cresciuti. Nel 2011, per esempio, durante la carestia morirono ben 260mila persone mentre ora si parla di un aumento di 300mila persone in pericolo solo da Febbraio ad ora.
L’Onu è pronto per affrontare l’emergenza ha dichiarato il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite in Somalia, Peter de Clerq, ma ha anche fatto notare che solo il 32 per cento dei fondi previsti dal Somalia Humanitarian Response Plan sono stati affettivamente erogati.