La storia della sua vita artistica affonda le radici nell’Accademia di Belle Arti di Brera, nella sua città natale tanto amata. Ultimati gli studi Fo ha dimostrato immediatamente la sua propensione per la satira che sviluppa negli studi RAI. Il teatro di Fo è sempre stato un teatro che, sebbene spesso trattasse temi lontani dal mondo della politica, manteneva il tono sarcastico che gli ha permesso un’ascesa continua fino alle vette più alte della notorietà. Notorietà che il (sommo) artista ha sempre dimostrato di meritare grazie alla sua sincera modestia che gli ha restituito un grande amore da un pubblico senza età.
L’amore per il proprio lavoro non l’hai mai allontanato dall’ambiente artistico tanto da riuscire a fondere vita privata e mestiere. Nel 1954, infatti, Fo sposa la collega Franca Rame con la quale condividerà esistenza, palcoscenico ed ideali politici. L’anticonformismo di Dario Fo è una caratteristica essenziale del personaggio che si era creato e che si era realmente fuso con l’interprete, tanto da non trovare reale differenza tra l’attore sul palco e il Dario Fo dietro le quinte. La sua opera ha permesso agli studenti d’arte e studi umanistici di concepire l’evoluzione e la nascita di una drammaturgia diversa, rivoluzionaria.
I funerali del maestro avverranno in Piazza Duomo sabato, intanto la camera ardente è stata allestita e aperta venerdì nella sua seconda casa: il Piccolo Teatro di Brera. Il cordoglio giunge dalle più alte cariche politiche e non. Sergio Mattarella così come Napolitano ricordano con affetto il grande artista, e così anche gli stessi Renzi e Grasso. Beppe Grillo, leader M5S, scrive “Sarai sempre con noi Dario””. E ancora Giuseppe Sala, Roberto Maroni, l’ex sindaco della sua città Giuliano Pisapia. Le condoglianze giungono dal ministro della cultura Dario Franceschini, Matteo Salvini e soprattutto da uno dei suoi più grandi fan Addolorato Roberto Benigni: “È una grande perdita la morte di Dario Fo. Un autore straordinario, innovativo, inimitabile. Un orgoglio del nostro Paese. Tutti gli dobbiamo qualcosa”.