I fatti citati dal Los Angeles Times risalgono al periodo tra maggio 2009 e maggio 2013. All’epoca, la ragazza, dopo essere stata violentata da un amico di famiglia, si rivolse al padre per cercare protezione. L’uomo decise invece di “sfruttare” l’accaduto e di trasformare la figlia in un oggetto di sua esclusiva proprietà per soddisfare i suoi bisogni sessuali. Iniziò così a violentarla 2-3 volte alla settimana per 4 anni prima che la ragazza trovasse il coraggio di fuggire di casa. Dai diari ritrovati dalla polizia su cui la vittima si sfogava, è emerso che in un’occasione rimase incinta del padre, che ha pagato per farla abortire.
“Quando mio padre abusava di me, ero piccola – ha confessato la ragazza, che ora ha 23 anni – Non avevo nessun potere, non avevo voce in capitolo. Ero senza difese”. A sostegno della sua testimonianza, al processo sono stati visionati i diari scritti in quel terribile periodo, grazie ai quali si è riusciti a capire quando e quante volte è stata violentata. La sentenza definitiva contro Lopez è stata emessa lo scorso venerdì, dopo che l’uomo ha rifiutato per 2 volte il patteggiamento. La giuria lo ha ritenuto colpevole di 186 capi di imputazione per violenza sessuale e per questo gli ha inflitto una condanna che darà alla figlia la certezza di non doverlo mai più rivedere: 1.503 anni di carcere.