Diversi assalti sono stati messi in atto da ieri dall’esercito iracheno per tentare di aprire un varco verso il centro della città. Per ora, sono riusciti a riprendere il controllo della vecchia torre tv, che si trova nel cuore di Gagjali, e ad impedire che i civili coinvolti nel conflitto fossero usati come scudi umani. Secondo quanto riferito dal portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commisario ONU per i diritti umani, Ravina Shamdasani, le truppe jihadiste hanno cercato di trasferire 25 mila persone dai sobborghi verso la città con l’unico scopo di rallentare, ed arrestare, l’avanzata nemica. In seguito al raid aereo che ha impedito tale manovra, si sta cercando di indebolire l’ISIS dall’interno della città. “I seguaci di Abu Bakr al Baghdadi sono un nemico molto forte, ben organizzato e difficile da affrontare – ha riferito Ristuccia – Anche se rimane molto lavoro da fare, sono molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto”.
Nonostante il raid aereo abbia impedito una probabile strage, il numero delle vittime del conflitto resta alto, tant’è che i comandanti dell’esercito considerano i successi delle ultime ore come vittorie parziali. Secondo i dati diffusi dalla missione ONU di assistenza in Iraq, nel mese di ottobre ci sono state 1.792 vittime, di cui 1.120 civili e 672 membri delle forze di sicurezza, e oltre 1.300 feriti. Un bilancio in aumento rispetto al mese di settembre, quando le vittime furono 1.003. Bagdad risulta essere la città più colpita dalla violenza del conflitto: finora 268 civili hanno perso la vita, mentre altri 807 sono rimasti feriti.