Alanah aveva iniziato a preoccuparsi del suo aspetto a 14 anni: era convinta che il suo volto avesse dei tratti orribili che non avrebbero dovuto essere “messi in mostra”. Per strada inoltre, molte persone, soprattutto uomini di mezza età, iniziarono a fissarla e lei si convinse ancora di più che il motivo fosse proprio il suo aspetto. La ragazza iniziò a chiudersi sempre più spesso nella propria camera, rifiutandosi di andare a scuola e di interagire con estranei. A 16 anni, ormai divorata dalla malattia, tentò il suicidio con una overdose di antidolorifici, tentativo a cui ne seguirono altri due oltre a numerose punizioni corporali auto-inflitte. “Avevo un account Instagram – ha raccontato al Mirror – ma dovevo scattare almeno 200 foto al giorno prima di trovarne una che mi soddisfacessi al punto di condividerla”.
La svolta nella vita di Alanah arrivò quando trovò per caso una pagina su google che sembrava descrivere esattamente il suo stato e i suoi sintomi: la Body Dysmorphic Disorder Foundation. In seguito, la giovane venne ricoverata presso una clinica privata a nord della capitale dove, per curarla, iniziarono ad assegnarle piccoli compiti, dall’ordinare del cibo al prendere i mezzi pubblici. Mansioni quotidiane per la maggior parte delle persone ma che per chi come lei non desiderava mostrare il proprio volto, erano vere imprese. Oggi, Alanah ha 20 anni ed è una studentessa di psicologia. Di recente, ha inoltre partecipato alla trasmissione della BBC4 “No Body’s Perfect”, dove ha posato per un servizio fotografico.