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Respira, medita, bevi caffè: i trucchi contro l’ansia proposti dalla scienza

Sensazione di intensa preoccupazione? Battito cardiaco che accelera e pressione che aumenta? Paura infondata? Questi sono solo alcuni dei sintomi dell’ansia, disturbo che colpisce in Europa più di 19 milioni di persone. L’individuo ansioso si sente spesso frustato, convive con un perenne senso di stress e prova timore nell’affrontare diverse situazioni che possono verificarsi nell’arco della giornata. Come sconfiggere un disagio che si alimenta delle nostre paure e che può, talvolta, impadronirsi delle nostre vite? A tal proposito ci viene in aiuto la scienza. Nei casi non patologici, infatti, potrebbero rivelarsi utili alcuni trucchetti anti-ansia la cui efficacia è stata provata dagli esperti.

Innanzitutto bisogna tenere a mente che gli esseri umani sono geneticamente portati a tendere i sensi in caso di pericolo. Per pericolo si intende una situazione che effettivamente potrebbe attentare alla nostra vita, come la presenza di un predatore o il verificarsi di particolari fenomeni atmosferici. Da questo si può facilmente dedurre che il parlare pubblicamente o l’affrontare un esame universitario, per quanto eventi portatori di un’elevata dose di ansia, non siano una tigre da cui scappare. Sembrerebbe banale, ma in questi casi potrebbe venirci in soccorso la respirazione. Inspirare e espirare profondamente aiuterebbe il corpo a rilassarsi e a inibire le possibili reazioni di attacco o fuga connesse alla paura. Il meccanismo di difesa, che l’uomo condivide con gli altri animali, prevede appunto due opzioni: l’attacco diretto, che permette di eliminare la fonte di pericolo, o la fuga, ossia l’allontanamento dalla minaccia. Quando proviamo ansia per qualcosa si attiva inconsapevolmente questo processo, con conseguente aumento del battito del cuore e respirazione affannosa. Proprio la regolarizzazione di questo scompenso potrebbe ristabilire la calma e vincere i sintomi ansiosi.

Nei casi di ansia da fobia, potrebbe rivelarsi invece utile una terapia di desensibilizzazione. In cosa consiste questo approccio psicologico? Durante le sedute l’esperto sottopone gradualmente il paziente alla fonte della propria ansia (incarnata in questo caso da simulatori, come quelli di volo, o da riproduzioni 3D, come nel caso di animali che ci incutono timore). Abituarsi a “convivere” con l’oggetto delle nostre angosce in un contesto controllato può contribuire a dissociarlo dalle reazioni attacco-fuga innescate dal nostro cervello.

Altri consigli degli esperti? L’esercizio fisico, la meditazione e l’altruismo. Mentre fare sport aiuta a rilasciare endorfine (gli ormoni del benessere), la meditazione è associata alla riduzione del volume dell’amigdala, regione cerebrale responsabile dell’ansia. Concentrarsi sui bisogni altrui durante un periodo di stress, invece, può aiutare l’individuo ad abbracciare una visione globale delle cose, ridimensionando le proprie paure. Anche bere caffè, per quanto paradossale, può inibire gli stati d’ansia. Secondo uno studio portoghese, una tazza di caffè al momento giusto impedirebbe la reazione negativa ( come tristezza, cattivo umore o problemi di memoria) generalmente correlata all’insinuarsi dell’ansia e dello stress. Mangia – o meglio bevi -, prega, ama? Sono queste, secondo la scienza, le giuste chiavi per vivere in serenità.