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È morto Fidel Castro, il leader maximo che portò la rivoluzione a Cuba

CUBA – Fidel Castro, leader maximo della rivoluzione cubana, è morto ieri sera all’età di 90 anni. A dare il triste annuncio è stato l’attuale presidente, il fratello Raùl Castro, alla TV nazionale: “È con profondo dolore che compaio per informare il nostro popolo, gli amici della Nostra America e del mondo, che oggi 25 novembre 2016 alle ore 22:29 è deceduto il capo della rivoluzione cubana Fidel Castro Ruz”. I funerali del leader si terranno domenica 4 dicembre nel cimitero di Santa Ifigenia nella città di Santiago de Cuba, mentre per i prossimi 9 giorni è stato dichiarato il lutto nazionale. Secondo quanto annunciato dallo stesso Raùl, le bandiere rimarranno a mezz’asta nelle sedi pubbliche e negli istituti militari, mentre la radio e la televisione rispetteranno una programmazione informatica, patriottica e storia. “Hasta siempre comandante” ha scritto il sito web ufficiale Cubadebate.

Fidel Castro nacque il 13 agosto 1926 a Biran dal proprietario terriero Angel Castro e dalla cubana Lina Ruz. Da giovane studiò presso i collegi di La Salle e Dolores di Santiago de Cuba, poi dal 1941 al 1945 a L’Avana presso la prestigiosa scuola gesuita di Belen. Fu quest’ultimo periodo a incidere fortemente sulla sua formazione cultura, portandolo, dopo la laurea in legge, alla candidatura per le presidenziali. Un progetto il suo subito frustato per il golpe di Fulgencio Batista cui seguì un assalto alla Caserma della Moncada nel luglio 1953. I ribelli vennero catturati e 80 di loro furono fucilati, mentre Castro venne condannato a 15 anni di prigione. “La storia mi assolverà” aveva annunciato nella sua difesa finale. Amnistiato, viene mandato in esilio prima negli USA e poi in Messico, dove conosce Ernesto Che Guevara. I due, assieme a Raùl e ad altri 79 volontari, sbarcano sull’isola ma, ancora una volta, il piano di Castro sembra fallire. I due anni di guerra che seguirono misero tuttavia alle corde il dittatore e nel gennaio 1959, i “Barbudos” entrarono trionfalmente a L’Avana.

Prima del trionfo della “revolution” del 1959, Cuba viveva del commercio con Washington ma con la presa del potere di Castro la situazione mutò notevolmente e il paese divenne un campo di battaglia della guerra fredda. Ciò nonostante, Cuba riuscì a resistere all’embargo americano e all’attacco militare della “Baia dei Porci” organizzato dalla CIA con cubani reclutati all’estero. Nel 1962 invece, il paese è stato al centro di una crisi missilistica che ha rischiato di trascinare il mondo in una guerra nucleare. Nonostante tutto però, Castro continuava a rimanere una figura forte e con affascinanti capacità oratorie tanto da venire considerato da Washington come il “nemico numero 1”. Il leader, mentre continuava ad accrescere la dipendenza dall’URSS, appoggiava i movimento marxisti e le guerriglie in America Latina e in Africa, diventando tra i leader del Movimento dei Paesi non Allineati. Nel frattempo, Fidel si è sposato con Dalia Soto del Valle, da cui ha avuto 5 figli: Alexis, Alexander, Alejandro, Antonio e Angel. “Era un leader e un uomo eccezionale, anche se per noi rimarrà per sempre il ‘Comandante’ o semplicemente Fidel – hanno affermato i cubani – Su di lui sono state costruite molte storie tra cui ‘non dorme mai’, ‘non scorda nulla’, ‘è capace di penetrarti con lo sguardo e sapere chi sei’ e ‘non commette sbagli’”.

Presidente dello stato di Cuba dal dicembre 1976, Fidel Castro ha sempre avuto una salute di ferro fino alla grave emorragia intestinale che l’ha colpito al suo rientro da un viaggio dall’Argentina poco prima di compiere 80 anni. A causa della malattia, dovette delegare il potere al fratello Raùl in maniera provvisoria il 31 luglio 2006 fino a cedergli il comando definitivamente nel febbraio 2008. Nonostante la precaria salute, Fidel non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per il paese. “Rimarrò con voi, se lo volete – aveva dichiarato – finché avrò la consapevolezza di potere essere utile”. Con sua stessa sorpresa, il leader rivoluzionario ha assistito al “disgelo bilaterale” tra L’Avana e Washington il 17 dicembre 2014, reso possibile grazie alla mediazione di Papa Francesco.

È stato un risveglio carico di dolore quello del popolo cubano, che nella serata di ieri ha perso un leader straordinario che ha segnato la storia del paese per quasi 60 anni. Come annunciato dal presidente, la cremazione di Castro si terrà oggi stesso mentre si potrà rendergli omaggio, il 28 e 29 novembre, presso il memoria José Martì dell’Avana. “Tutti i cubani – ha dichiarato – avranno la possibilità di firmare il solenne giuramento per compiere il concetto di Rivolucion in modo da dare continuità alle sue idee e al nostro socialismo”. Per martedì 29, è già stata organizzata una grande cerimonia presso la Plaza de la Revolucion della capitola, mentre dal giorno seguente partirà una “carovana della libertà” che dall’Avana arriverà a Santiago de Cuba il 3 dicembre. Anche Papa Francesco si è aggiunto al cordoglio, inviato un telegramma al presidente per esprimere il cordoglio alla famiglia Castro ma anche all’intera popolazione. Di tutt’altro tipo è invece il clima a Miami, dove per le strade di Little Havana gli anticastristi stanno esultando. “È morto un tiranno – hanno dichiarato – finalmente può cominciare una nuova era”.