Secondo la ricostruzione delle autorità, il camion usato per l’attentato era partito dall’Italia per fare rientro in Polonia. La tappa a Berlino era prevista dall’itinerario di viaggio e confermata dallo stesso proprietario dell’azienda, Ariel Zurawski, all’mittente polacca Tvn24. “Il mezzo era guidato da mio cugino – ha dichiarato – sapevo che aveva intenzione di passare la serata nella capitale ma escludo che abbia provocato lo schianto intenzionalmente”. A bordo del mezzo, oltre al presunto attentatore, c’era il corpo senza vita di un polacco, ucciso con un’arma di piccolo calibro; non sono tuttavia ancora chiare le dinamiche della sua morte né il suo coinvolgimento nella strage che è costata la vita a 12 persone. Il presunto attentatore, dopo aver abbandonato il mezzo, è fuggito dal luogo della strage ma è stato individuato e inseguito da alcuni testimoni, che hanno poi allertato le autorità che l’hanno arrestato all’altezza della Colonna della Vittoria, a circa 1 chilometro di distanza.
Dopo l’arresto del 23enne, intorno alle 4 del mattino, unità speciali della polizia hanno fatto irruzionie in un hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof a Berlino, dove dallo scorso anno è stato allestito un grande campo per profughi. Secondo quanto riferisce Die Welt, l’azione sarebbe collegata alle indagini per ricostruire il contesto del presunto attentatore, dal momento che era stato registrato come richiedente asilo e viveva presso uno dei centri di accoglienza della capitale. Nel frattempo, si sta lavorando per rimuovere la motrice del camion, il cui vetro è stato semidistrutto da un foro sul lato del guidatore.