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Attacco a Berlino, l’autista del camion ha cercato di evitare la strage

BERLINO – Nuovi sviluppi sulla strage avvenuta ai mercatini di Berlino la sera del 19 dicembre. Secondo gli investigatori, l’autista del camion, Lukasz Urban, trovato morto sulla vettura, avrebbe tentato fino all’ultimo di evitare che il mezzo colpisse la folla. Il 37enne polacco sarebbe stato colpito più volte con un’arma da taglio e ucciso con un colpo di pistola quando il tir si è già fermato. “Dalle tracce ritrovate all’interno del camion, sembra che si sia aggrappato al volante per tentare deviare la traiettoria del mezzo”.

Fino a ieri non era chiaro il ruolo dell’uomo trovato morto all’interno del camion, ora sembra invece che si tratti di un’altra vittima dell’attentato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il killer si sarebbe impadronito del volante colpendo l’autista con un coltello per impedirgli di interferire. L’uomo ha più volte tentato di far deviare il veicolo senza però successo. “Crediamo abbia lottato fino all’ultimo istante – hanno dichiarato gli agenti – Era ancora vivo quando il mezzo ha investito la folla”. Una lotta inutile la sua, che si è conclusa quando l’attentatore, dopo aver fatto investito la folla, gli ha sparato uccidendolo prima di darsi alla fuga. Secondo il sito RBB, l’ipotesi è che il killer sia ferito: nella cabina del camion sono state infatti trovate tracce di DNA.

Sul tutto il territorio è in corsa una caccia all’uomo per identificare e trovare l’attentatore responsabile della strage a Berlino, inclusa la morte dell’autista del mezzo che ha provocato la tragedia. La polizia starebbe cercando un giovane tunisino di 24 anni, i cui documenti sono stati trovati sotto il sedile del guidatore. Questi hanno rivelato che il giovane, Anis A., è nato nel 1992 a Tataouine, ma un controllo più approfondito ha rivelato che ha fornito più di un’identità: finora ne sono state identificate 8, tra cui Ahmed e Anis. Anche sulla età non ci sono certezze, ma dalle foto sembra che abbia tra i 21 e i 24 anni. I documenti trovati hanno rivelato che il giovane era giunto in Germania dopo essere passato dall’Italia nel 2012 chiedendo asilo. Il governo aveva rifiutato la sua richiesta ma gli aveva fornito un permesso momentaneo che posticipava il suo rimpatrio. Secondo la stampa locale, il giovane aveva contatti con predicatori accusati di estremismo islamico arrestati a novembre.