Erano circa le 20 (ora locale) quando all’interno della moschea, nella sezione maschile, sono stati sparati i primi colpi d’arma da fuoco contro i 53 fedeli riuniti in preghiera. Per ora il bilancio è di 6 vittime (due algerini, un marocchino, un tunisino e due cittadini africani), tutti tra i 35 e i 65 anni, ma si teme che possa aumentare. Tra le 8 persone rimaste ferite, 3 sono in pericolo di vita e altre 2 in gravi condizioni. Subito dopo la sparatoria, la polizia ha fermato un giovane di origini marocchine, Mohamed Khadir e Bissonnette, scoprendo in seguito che il primo è un testimone. La loro ipotesi è che il giovane abbia agito da solo ma non sono ancora stati chiariti i motivi che l’hanno spinto ad un tale gesto.
Già in precedenza la moschea era stata oggetto di atti intimidatori. Lo scorso giugno, all’ingresso dell’edificio, era stata trovata una testa di maiale in un pacco dono con un biglietto con scritto “Buon appetito”. Circa 3 settimane dopo, nel quartiere erano stati distribuiti volantini che si sosteneva che la moschea è in realtà un centro di radicalismo islamico. Accuse che non trovarono mai fondamento e che vennero respinte dai capi religiosi con fermezza, rilanciando quindi la pista dell’islamofobia, come risulta anche dal profilo del killer.