Il 70% degli studenti, infatti, decide di perseguire gli studi, spesso dopo un anno alla ricerca di un lavoro, e ne rimangono invece disoccupati 22 su 100. Il che significa che solo l’8% degli studenti trova lavoro durante il primo anno da diplomato e solo il 16% del 70% che prosegue gli studi unisce a questi un lavoro. Dalle statistiche appare chiaro che chi ha avuto occasione di lavorare durante gli anni delle superiori è molto più avvantaggiato a trovare lavoro dopo la scuola, soprattutto se le esperienze sono state svolte all’estero. Non è quindi vero che perseguire gli studi in vista del lavoro, ma senza mai toccarne il mondo con mano, aiuti il futuro dei nostri studenti.
In ambito lavorativo prevalgono ancora gli impieghi a contratto determinato o formativi, ma nel 31% dei casi chi decide di lavorare senza proseguire gli studi dopo 3 anni riesce a trovare un contratto a tempo indeterminato, che diventa il 52% dopo 5 anni. Spesso questi impieghi riguardano il settore dei servizi o dell’industria, nei quali i lavoratori, secondo le statistiche, si sentono appagati grazie ai rapporti con i colleghi, all’autonomia e all’opportunità di imparare e acquisire professionalità ma mai grazie alla messa in pratica di ciò che hanno studiato, che viene infatti presto dimenticato.
Stage e tirocini dovrebbero essere inseriti nei percorsi scolastici per permettere ai ragazzi di avere più possibilità una volta usciti da scuola e per affiancarli durante la scoperta del mondo del lavoro. E’ stato dimostrato che chi durante i cinque anni riesce a svolgere attività di questo tipo avrà il 60% di possibilità in più di essere considerato dalle aziende rispetto a chi non ha mai lavorato.