Fin dai primi giorni dopo la nascita della figlia, Deasia era caduta, come molte altre donne, in una depressione post partum. Nonostante prendesse i farmaci per cercare di superare la situazione, la giovane mamma perse la custodia della piccola Jayniah che venne affidata temporaneamente alla zia. Il timore del tribunale dei minori era la madre potesse farle del male, motivo per cui era stata separata dalla figlia pur potendo vederla, sotto la supervisione di un assistente sociale. La tragedia è stata il risultato di una leggerezza da parte della zia della bimba, che l’ha lasciata sola con la madre che, sentendo piangere la piccola, è stata colta da una crisi di rabbia e l’ha decapitata. In base al referto dei medici, Jayniah è stata accoltellata più volte e presentava anche un braccio fratturato.
La stampa locale ha riferito che, dopo l’arresto, Deasia è stata ricoverata in una struttura psichiatrica per oltre 1 anno per guarire dalla depressione post partum che l’ha portata ad uccidere la figlia. Dopo essere stata dichiarata giudicabile dai medici della clinica, la donna è stata processata e condannata a 15 anni di carcere per omicidio aggravato. Secondo l’accusa, la donna non aveva assunto i farmaci prima di far visita alla figlia e per questo era più vulnerabile ad avere scatti d’ira.