Il 13 novembre 2017 resterà nella storia come uno dei giorni più brutti del calcio italiano. Al termine del playoff di ritorno con la Svezia, terminato sullo 0-0 dopo la sconfitta per 1-0 in terra scandinava, la Nazionale italiana ha detto ufficialmente addio alla fase finale dei Mondiali di Russia 2018, mancando la qualificazione per la terza volta dopo ben 60 anni (nel 1930 la partecipazione ai mondiali non avvenne per motivi extracalcistici, mentre nel 1958 gli azzurri furono eliminati dall’Irlanda del Nord). Inevitabilmente, al fischio finale del direttore di gara, tra la delusione dei tifosi è partito un vero e proprio “terremoto azzurro” che nei prossimi mesi – se non addirittura anni – porterà indubbiamente a notevoli cambiamenti, nella speranza che dopo aver toccato il fondo si possa davvero risalire verso i grandi traguardi che l’Italia del calcio, per storia e talento, deve assolutamente tornare a conquistare.
Il primo tassello su cui ricostruire il futuro della Nazionale italiana sarà sicuramente il tecnico: Gian Piero Ventura non si è dimesso (almeno per il momento), ma nella giornata del 15 novembre, durante la riunione federale convocata d’urgenza da Carlo Tavecchio, quasi certamente l’allenatore genovese verrà rimosso dall’incarico, decidendo tra l’esonero o le dimissioni. Ad oggi, il sogno della FIGC per la panchina azzurra si chiama Carlo Ancelotti, ma anche altri nomi importanti sarebbero in lizza come Massimiliano Allegri, Roberto Mancini e un Antonio Conte-bis. Nell’attesa di sapere anche cosa ne sarà del futuro dell’attuale presidente della Federazione, fioccano le accuse dei tifosi ad un sistema calcio reo di aver dato troppo spazio agli stranieri (anche a quelli di scarso talento), sacrificando di fatto la crescita del nostro vivaio che, di conseguenza, non riesce più a sfornare e a lanciare nel calcio che conta giovani di valore. Mentre si chiedono interventi drastici come un ritorno ad un limite massimo di calciatori esteri in campo o nelle rose dei club per salvaguardare gli italiani, diamo uno sguardo a coloro che potrebbero rappresentare le nuove basi su cui costruire la prossima e, si spera, vincente Italia.
L’obiettivo primario del prossimo CT dovrà essere la qualificazione (a questo punto per niente scontata) ai campionati europei itineranti del 2020, che si disputeranno in ben 13 città diverse. Dopo la debacle contro la Svezia, i senatori Buffon, De Rossi, Barzagli e probabilmente anche Chiellini hanno chiuso le rispettive esperienze con la maglia azzurra. Dovrebbe essere confermato, invece, Leonardo Bonucci, chiamato a diventare il prossimo capitano della Nazionale. Inevitabile, dunque, che il nuovo selezionatore parta dal portiere per la rivoluzione tecnica. In questo ruolo, sembra avere strada spianata Donnarumma, ormai già da un po’ di tempo considerato come il nuovo asso degli estremi difensori italiani. Discorso più complesso, invece, per la difesa, che senza Barzagli e Chiellini dovrebbe portare alla promozione da titolare di Romagnoli, mentre dalla Torino bianconera dovrebbero giungere Rugani e Caldara, quest’ultimo attualmente in forze all’Atalanta. Attenzione, però, anche ai rampanti Barreca, Conti e Pezzella che entro il 2020 potrebbero confermare la loro crescita, conquistando posti importanti nell’undici titolare.
In mezzo al campo, in attesa che Verratti trovi finalmente quel feeling mai pienamente sbocciato con la maglia azzurra, si dovrebbe puntare su Jorginho, dando maggiore spazio ai vari Gagliardini, Benassi e Bonaventura, con Candreva che sugli esterni dovrebbe tranquillamente essere ancora abile e arruolabile fino al 2020, e con la speranza che i vari Barella, Pellegrini e Mandragora possano dare risposte positive a tutte le aspettative che ruotano intorno a loro.
In attacco, al momento i nomi più gettonati sono i “soliti”: Belotti e Immobile sono indubbiamente i goleador di riferimento, ma il prossimo Commissario Tecnico dovrebbe affidarsi una volta per tutte alla classe di Lorenzo Insigne, chiamato a diventare il trascinatore e il “gioiello” per eccellenza della nuova Nazionale italiana. Guardando al presente ma anche al futuro, pare che questa generazione sia davvero prolifica di mezze punte o esterni offensivi da sfruttare al meglio: e così largo ai vari El Shaarawy e Bernardeschi, ma attenzione anche a Chiesa e ai giovanissimi Orsolini e Favilli che, fino al 2020, potrebbero davvero diventare le belle sorprese dell’Italia che verrà e che dovrà tornare a brillare sui grandi palcoscenici internazionali.
Patrizia Gallina