I ricercatori del Museo Nazionale georgiano, coordinati da David Lordkipanidze, hanno ritrovato delle giare contenenti il vino più antico del mondo. Ad annunciare la notizia la rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). Uno degli autori Stephen Batiuk, dell’università canadese di Toronto, ha dichiarato : “”Crediamo che questo sia il più antico esempio della produzione del vino e quindi della coltivazione della vite”.
La scoperta è avvenuta grazie al ritrovamento di otto giare che risalgono al 6000 a.c./ 5.800 a.c., quindi circa 8000 anni fa. Le giare erano situate nei siti archeologici di Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, a circa 50 chilometri dalla capitale Tbilis. Analizzando i resti delle giare presso l’ università americana della Pennsylvania, sono state rinvenute le impronte digitali del vino. A coordinare le analisi, Patrick McGovern, che ironicamente ha commentato la scoperta: “Se vogliamo parlare di invecchiamento del vino, abbiamo identificato un vintage di ottomila anni”. Secondo altre indagini, nella regione dove sono stati ritrovati i vasi, durante il Neolitico, ci sarebbe stato un clima mite, simile a quello dell’Italia e della Francia, un clima quindi favorevole ad una fruttuosa coltivazione della vite.
Batiuk in merito al ruolo del vino ha spiegato: “Il vino ha svolto un ruolo centrale nel processo di civilizzazione così come noi lo intendiamo in Occidente: è stato utilizzato in medicina, come mezzo di integrazione sociale, come sostanza capace di alterare la mente. Da sempre è stato un prodotto molto apprezzato, diventato poi il fulcro dei culti religiosi e indispensabile nelle cucine e nell’economia di molti popoli antichi”.
Fino ad oggi, il vino che era stato identificato come il più antico al mondo era stato rinvenuto negli anni novanta, in Iran sui monti Zagros, nella regione del Caucaso meridionale. Le tracce rinvenute risalivano però al 5000 a.c., dunque circa mille anni prima rispetto a quelle georgiane. L’Iran ha perso il primato.