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Regno Unito: il Parlamento vota contro la sensibilità animale

Il Parlamento del Regno Unito ha votato contro l’inclusione della sensibilità animale nell’European Union (Withdrawal) Bill. Tale documento stabilisce quali leggi resteranno in vigore dopo l’effettiva Brexit. L’80% delle norme che riguardano il benessere animale nel Regno Unito provengono proprio dall’Unione Europea. Da marzo 2019, momento previsto per l’effettiva uscita del Regno Unito, gli inglesi non saranno più tenuti a seguire i principi e le direttive provenienti dall’Unione Europea, e per quanto riguarda gli animali e la loro sensibilità, i parlamentari di Westminster hanno deciso di prendere le distanze dal resto del continente.

Dunque secondo quanto stabilito a Londra, gli animali non sono in grado di provare emozioni e dolore. Il Parlamento del Regno Unito ha così ignorato migliaia di studi che provano il contrario; ha deciso di non riconoscere la felicità, la paura, l’ansia, la tristezza che noi tutti possiamo quotidianamente percepire negli occhi degli animali. La furia degli animalisti si è così scatenata, criticando fortemente la scelta del Parlamento. La più importante associazione animalista britannica, la Rspca ha commentato: “Nella Ue sappiamo che il riconoscimento degli animali come esseri senzienti è stato fondamentale per migliorarne il benessere in tutto il continente. E se il Regno Unito vuole raggiungere il massimo livello possibile del benessere animale, dovrebbe fare lo stesso”.

Richard Bowler, un fotografo naturalista inglese, ha pubblicato una foto di Rosie, una volpe locale con cui ha stretto un legame. Il fotografo mostra l’espressione felice dell’animale ogni volta che lui la va a trovare, commentando che non solo gli animali domestici mostrano amore e affetto, ma anche quelli selvaggi. Bowler ha inoltre aggiunto: “La scienza sta dimostrando sempre più intelligenza ed emozioni negli animali, eppure il nostro governo ha ancora una volta ignorato questo. Ci può essere solo una ragione per negare la sensibilità animale, e cioè sfruttarli“.