Negli ultimi anni è nata, prima all’estero poi in Italia, una nuova tendenza, quella dello stupro virtuale su Facebook. Esistono gruppi, composti da migliaia di persone, dove vengono postate normali foto di donne, i membri si divertono a commentare le immagini, umiliando con parole oscene le vittime ignare. Non si tratta solo della revenge porn ( pubblicazione di foto intime dell’ex partner per vendetta), nella maggior parte dei casi le foto sono semplici immagini scattate nella quotidianità, gli stupratori le scattano per strada o le rubano dai profili delle vittime.
I gruppi sono ovviamente chiusi, e per entrare a farne parte è necessario essere o spacciarsi per uno di loro. I membri sono uomini misogini, che probabilmente dal vivo non farebbero del male a nessuno, ma che dietro a un computer si sentono in diritto di scrivere qualsiasi cosa gli passi per la testa. Il fenomeno dei cosiddetti ” leoni da tastiera” è un fenomeno che sta prendendo piede sempre di più, e non solo in questo tipo di gruppi. Trattasi di persone apparentemente innocue che, sentendosi forti dell’anonimato, riversano le proprie frustrazioni in commenti offensivi e insulti.
Tra i gruppi abbiamo ad esempio Giovani fighette e porci bavosi o Cagne in calore. A questo punto vi starete chiedendo come sia possibile che Facebook e autorità competenti non abbiano preso i dovuti provvedimenti. Secondo quanto previsto dal codice della privacy, pubblicare foto senza autorizzazione è un reato, tuttavia questi vermi rimangono di fatto impuniti. Denunciare alla polizia postale questo schifo purtroppo è inutile, e anche quando Facebook provvede a chiudere i gruppi, questi sporchi bavosi ne creano di nuovi. Negli ultimi giorni si sta puntando il dito sul fenomeno, con la speranza che qualcosa cambi. I viscidi stanno lanciando l’allarme all interno dei gruppi, invitando gli scritti ad uscire per sfuggire alla polizia postale.