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Lorella Cuccarini è la principessa Turandot nel musical “La Regina di ghiaccio”

Dopo il successo di Rapunzel, Lorella Cuccarini, “la più amata dagli italiani”, torna a teatro in veste di “cattiva” con il musical La Regina di ghiaccio, ispirato all’opera lirica “Turandot” di Giacomo Puccini, scritto e diretto da Maurizio Colombini.

La regina di ghiaccio è un personaggio complesso, ma chi è per te Turandot?

Tourandot è inanzitutto il titolo di un’opera bellissima, che io non sono ancora riuscita a vedere. Quando Maurizio Colombi mi ha parlato di Tourandot ho deciso di organizzare un viaggio a Verona proprio per vedere lo spettacolo. Peccato che quella sera è venuto giù il diluvio universale all’inizio del secondo atto, proprio quando entra in scena la principessa Turandot. Lo spettacolo purtroppo è stato rimandato e non ho più avuto la possibilità di vederlo. Evidentemente era destino che non vedessi questo personaggio prima di interpretarlo sul palco. Sapevo che sarebbe stato impegnativo ma anche molto affascinante. La Turandot de “La regina di ghiaccio” è diversa da quella operistica. Vive la sua bipolarità, soggiogata dalle tre streghe e scopre l’amore grazie al principe Calaf, vivendo così appieno la sua fragilità. Un personaggio complicato, che mi sta dando davvero tanta soddisfazione.

Dopo il ruolo da antagonista in Rapunzel torni con un’altro ruolo da cattiva. Pensi che siano ruoli che ti si addicono?

Evidentemente sarà l’età, non lo so (ride, ndr). Penso che il mestiere dell’attore sia affascinante per questo: giochi con dei ruoli che non ti appartengono e a seconda di chi porti in scena ci sono dei colori che cerchi di prendere dal tuo vissuto, dalle tue esperienze e altri che devi inventare. Forse è proprio questa invenzione che rende i personaggi più affascinanti, perché devo andare a scavare in emozioni che non mi appartengono. E’ stato molto stimolante reinterpretare una  cattiva  e devo essere molto credibile, perché è già la seconda volta. Tra l’altro ho recentemente dato la voce ad un’altra cattiva, questa volta in un film d’animazine: Tempest Shadow, antagonista del film “My Little Pony“.

L’opera lirica Touradot di Giacomo Puccini diventa un musical adatto anche ai bambini. Cos’hanno detto i tuoi figli dello spettacolo?

Ormai i miei figli più che bambini sono ragazzi, ma lo spettacolo gli è piaciuto tantissimo.
Maurizio ha ripreso il titolo della favola persiana, La regina di ghiaccio, a cui si ispirò Puccini, per proporre uno spettacolo in cui l’elemento della favola, del fantastico è talmente forte da incantare i bambini. Ci sono dei piccoli omaggi pucciniani e il “Nessun dorma“, che non poteva mancare in uno spettacolo come questo. Mi piace pensare che tutte le persone, dai 4 ai 100 anni, possano avere la curiosità di venire a vedere questo spettacolo e un giorno, perché no, andare a vedere anche l’opera lirica.
Abbiamo debutatto a Roma in primavera e abbiamo fatto 20 giorni di spettacolo  e 10 repliche la mattina solo per le scuole. Questo è uno spettacolo meraviglioso anche per le scuole, perché può far venire voglia di fare un approfondimento su Puccini e sull’opera lirica.

In una tua recente intervista hai detto che spesso si rischia troppo poco per quanto riguarda il teatro e si preferisce sempre portare titoli stranieri, che solitamente sono conosciuti per il loro grandissimo successo. Secondo te perché non si punta di più sul teatro italiano?

Penso che molto dipenda dall’aspetto economico. Anche in televisione ormai è così: non si fanno quasi più programmi scritti da autori italiani, si prendono dei format che hanno già avuto successo all’estero, così si rischia meno. In periodi di crisi è chiaro che i produttori, che siano televisivi o teatrali, vogliono rischiare meno, però il teatro è bello quando riesce ad esprime un periodo storico, ma anche un paese che ha una connotazione precisa. Io per esempio ho voluto debuttare in prosa con un testo inedito di Gabriele Pignotta, perché volevo portare a teatro dei personaggi in cui il pubblico si potesse identificare. Questo perché altrimenti rischiamo di portare titoli si famosissimi, ma che da una parte ti fanno scontrare sempre con i personaggi che li hanno interpretati prima e quindi c’è sempre un confronto, che per un attore è qualcosa di deprimenti, e dall’altra non trovi delle storie in cui riconoscerti. In “Non mi hai più detto mi amo” è bello uscire da teatro e vedere che le persone sono emozionate, perché si sentono parte dello spettacolo, rivedono delle eperienze delle loro vite.

Sei un’artista a 360 gradi, ma che ruolo ha il teatro della tua vita?

Il teatro ha per me un ruolo sempre più prorompetente, anche se sono un personaggio nato in televisione. Ho cominciato a lavorare a teatro con Grease e da quel momento non mi sono più staccata da questo mondo. La televisione in questi ultimi anni offre sempre meno possibilità di esprimersi nel modo in cui vorrei farlo io, qundi il teatro è diventata la mia attività primaria. Mi piace l’idea che possa regalarti personaggi con sfaccettature ed età diverse.  Quando vedo i grandi attori sul palcoscenico mi emoziono, perché sanno darti cose incredibili e penso che anch’io potrei, con il tempo, dare le stesse emozioni a chi verrà dopo di me e questo è meraviglioso.

La regina di ghiacchio sarà al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 10 dicembre; al Politeama di Genova il 16 e il 17 dicembre e al Teatro Brancaccio di Roma dal 22 dicembre al 1 gennaio 2018.