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Gerusalemme, l’attacco di Netanyahu e la protesta dei manifestanti: 4 morti

Gerusalemme capitale? La protesta ha già provocato 4 morti

Continuano le proteste nel mondo arabo per la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Nelle ultime ore il premier israeliano ha accusato l’Europa di ipocrisia per essere rimasta in silenzio in merito ai lanci di razzi contro Israele provenienti da Gaza. Queste le parole di Benyamin Netanyahu: “Rispetto l’Europa ma non sono pronto ad accettare il suo doppio standard. Sento voci di condanna dall’Europa nei confronti della decisione di Donald Trump ma non sul lancio di razzi contro Israele e sul terribile incitamento contro lo stato ebraico. Non accetto questa ipocrisia e presenterò la verità di Israele a testa alta”.

Circa tremila manifestanti hanno protestato contro Trump

Sono stati circa tremila i manifestanti a protestare contro la decisione del presidente davanti all’ambasciata Usa a Beirut, in Libano. Questi hanno bruciato bandiere di Usa e Israele, hanno dato fuoco a pneumatici e contenitori della spazzatura e lanciato bottiglie contro le forze di sicurezza. Fino a poche ore fa si contavano quattro morti a Gaza e oltre 750 feriti in Cisgiordania“. Le forze di sicurezza libanesi hanno sparato lacrimogeni e cannoni ad acqua per cercare di allontanare la folla. Durante la protesta i manifestanti hanno sventolato bandiere libanesi e palestinesi, mentre cantavano canzoni e slogan contro Trump. Alcuni di loro sono stati già arrestati.

Annullati gli incontri con il vicepresidente Usa Mike Pence

Il presidente palestinese Abu Mazen ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di incontrare il vicepresidente Usa Mike Pence. La Stessa decisione è stata presa anche dal papa copto d’Egitto Tawadros II. Quest’ultimo ha infatti annullato un incontro previsto per fine mese. La chiesa copta riferendosi a Donald Trump tramite un comunicato ha dichiarato: “Non ha preso in considerazione i sentimenti di milioni di arabi”.