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Aumenti in vista sulla bolletta di luce e gas dal 1° Gennaio 2018

Il nuovo anno non inizierà nel migliore dei modi, l’autorità per l’energia ha comunicato che ci saranno degli aumenti sulla bolletta di luce e gas degli italiani. Sono previsti aumenti del +5,3% per le forniture elettriche e del +5% per quanto riguarda il gas. Sulll’elettricità hanno inciso l’aumento dei prezzi all’ingrosso e gli oneri di sicurezza.

Questi rincari su luce e gas comporteranno per l’elettricità una spesa, al lordo delle tasse, per famiglia di 535 euro (tra il 1° Aprile 2017 e il 31 Marzo 2018). Un aumento del +7,5 rispetto ai 12 mesi precedenti, vale a dire 37 euro all’anno in più. La spesa per il gas invece sarà di 1.044 euro con un incremento del 2.1% corrispondente a 22 euro l’anno. Ulteriori aumenti sono stati comunicati dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. In particolare sono previsti incrementi per i pedaggi autostradali del +2,74% a partire da 1° Gennaio 2018.

Le reazioni di Codacons e Federconsumatori sugli aumenti in bolletta

Per il Codacons si tratta di una stangata per le famiglie italiane. Secondo Carlo Rienzi, presidente dell’associazione, sono aumenti sproporzionati che peseranno soprattutto sui redditi medio-bassi. Inoltre i rincari non sono causati da costi reali di rifornimento, ma da speculazioni. Infatti il gas avrà un aumento del +5% perché si presume che la domanda subirà un incremento nei mesi invernali. Per quando riguarda invece l’elettricità, il costo aggiuntivo è causato dalla spesa per garantire la sicurezza del sistema elettrico. Gli italiani spenderanno di più per accedere a beni primari. Gas e luce sono indispensabili.
Sull’argomento si è fatta sentire anche Federconsumatori. Se è vero che il motivo del rincaro del gas nel periodo invernale è un fatto noto da tempo, risulta invece meno chiaro quello per l’elettricità. Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori, afferma che i cittadini pagano in bolletta oneri di sistema come ad esempio agevolazioni per le imprese energivore e incentivi per le fonti rinnovabili. Questi costi sono sproporzionati e andrebbero ridimensionati.