Un sito archeologico di 3.000 anni è stato distrutto durante un combattimento dell’aviazione turca in Siria. Stiamo parlando del meraviglioso tempio di Ain Dara, luogo misterioso e suggestivo a nord-ovest di Aleppo. Esternamente ricordava il tempio biblico di Salomone a Gerusalemme mentre al suo interno si trovavano alcune gigantesche impronte scolpite.
Quel tempio era una delle strutture più antiche della Siria, da anni martoriata dalla guerra. Secondo le fonti del ministero siriano per la Cultura e dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, il tempio sarebbe stato distrutto venerdì scorso. La causa sarebbe da attribuirsi ad un raid aereo turco. Dalle foto rese pubbliche dalle autorità si può notare come metà dell’antico monumento sia andato distrutto. La perdita del tempio di Ain Dara, costruito intorno al 1.300 a.C., costituisce un brutto colpo per il popolo siriano. Scompare il simbolo dell’architettura religiosa ittita.
Il mistero delle impronte giganti di Ain Dara
Tra i misteri più affascinanti di questo tempio ci sono le impronte di piedi scolpite nella pietra. Le dimensioni di queste sono tre volte più grandi rispetto ad un piede umano. Infatti secondo gli archeologi potrebbero rappresentare il passaggio di una dea. Si pensa possa trattarsi della divinità Ishtar, ritratta all’interno del tempio. Secondo l’analista delle questioni siriane e irachene dell’ASOR, Darren Ashby, le orme sono uniche nell’architettura religiosa della regione.
Dal 2011, anno in cui è scoppiata la guerra civile in Siria, gli estremisti hanno distrutto molti siti archeologici riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Ricordiamo in particolare il sito di Palmira, demolito dall’Isis nel 2015. Il paese sta lentamente perdendo pezzi della propria storia. Adesso c’è un’altra minaccia rappresentata dalle forze turche che combattono contro i curdi vicino alla città di Afrin. Si tratta di un luogo ricco di resti architettonici, templi pagani e chiese datate dal primo al settimo secolo. Gli osservatori internazionali non escludono che i siti archeologici possano essere sempre più oggetto di attacchi.